No di Manu Ginobili alle qualificazioni per i mondiali

Manu Ginobili tiene una rubrica sul Diario “La Naciòn” dove scrive anche il fratello che recentemente ha scatenato una polemica con gli spagnoli per la storia del biscotto, e prendendosela con Scariolo dicendo che il gel gli scende dai capelli sugli occhi impedendogli di fare bene il suo mestiere di allenatore. Frasi patetiche, anzi non c’è miglior testimonial perla gommina da yuppie di Wall Street, e mi stupisco che quel prodotto non gli abbia fatto ancora un contratto di sponsorizzazione. Altro che l’uomo Proraso…

Play off Nba 2012 colpo mancino di Harden, cade Fort Alamo

Non bastano 34 punti di Manu Ginobili al ritorno in quintetto, regia balbettante di Tony Parker, decisivi Kevin Durant (22 punti nel secondo tempo) e le 21 palle perse, Oklahoma vince con autorità. Coach Popovich:

“Abbiamo lottato solo 2 tempi”

Mancano 34” alla fine, 101-103, San Antonio ha recuperato disperatamente, con la testa, il cuore e i canestri di Ducan,  10 dei 12 punti a 6 dalla fine. Attacca Oklahoma, palla a Harden il quale  con la sua barba lunga e cespugliosa  sembra davvero  un profeta.  Palleggio di lettura davanti alla lunetta, non viene raddoppiato, grande errore, lui finta l’entrata, poi  torna indietro in palleggio e scarica  in sospensione, da 3 punti, la micidiale saetta mancina che a 28  secondi taglia le gambe agli Spurs  per tutta la gara  prodighe cicale, soprattutto in difesa.

Dopo aver sventolato la bandiera per il record del 20° successo consecutivo, Fort Alamo è caduto  così, ritenendo  il giovane  nemico ormai allo sbando, invece Oklahoma con rabbia, umiltà, pazienza,  ha saputo recuperare da 0-2   espugnando con l’oscuro profeta  lo storico fortino texano  in una di quelle tipiche gare di svolta, epocali, che nello sport arrivano improvvise e fatali.

Vertigini da primato, Cleveland vince a Oklahoma City

La fortuna offre una mano alle due losangeline che escono da un momento poco brillante, specie in trasferta, e si rilanciano riuscendo a fare risultato contro due formazioni vincenti ma prive del miglior giocatore, e cioè Tony Parker che si trascina dall’All Star Game un problema alla coscia che ha rallentato il ritmo degli Spurs, la squadra di febbraio con una striscia di 11 successi consecutivi, e per dolori alla schiena di Kevin Love, la double-double machine dei Lupi di Minnesota e in corsa per il titolo di MVP della stagione quale  4° marcatore (25,8 punti) e 2° rimbalzista (13,8).

Senza Parker, San Antonio rispolvera Manu Ginobili (22 punti) e mette in quintetto Gary Neal, il fuggiasco della Benetton, top scorer del campionato italiano e oggi giocatore fondamentale per coach Popovic. Gli Spurs senza il loro match-winner vanno a briglia sciolta, ne approfittano le due guardie Chris Paul e Mo Williams per segnare 69 punti, più della metà per portare i 2 punti fondamentali dopo un deludente 4/6 nelle ultime 10 gare ed evitare il nuovo sorpasso dei Lakers che vince invece con 34 punti di Koby Bryant, sempre in maschera per la frattura al naso, con una buona gara di Minnesota col rientrante Pekovic protagonista assoluto, unico slavo rimasto a tenere alta la bandiera di un basket declinante, oltre alla doppia-doppia di Ricky Rubio (15 punti e 10 assist).

Serie A1, Bryant si allontana. Più vicino il ritorno di Ginobili

Si complica il percorso della Virtus Bologna per arrivare alla stella NBA Kobe Bryant. Il giocatore del Los Angeles Lakers, ha iniziato il tour promozionale europeo, che lo porterà nella giornata di domani a Milano e giovedi a Roma: Kobe ha fatto capire ai suoi interlocutori di voler ascoltare ogni tipo di offerta. Ma la richiesta avanzata dall’entourage del giocatore ha spaventato i possibili corteggiatori: si parla di una cifra di 750.000 dollari netti al mese, in pratica 15 milioni di dollari lordi solo su base annuale. Per questo motivo, la Virtus Bologna si è detta pronta a trattare per uno o due mesi.

CASO GINOBILI – Se Bryant appare decisamente più lontano, sembra invece avvicinarsi il ritorno in Italia di Manu Ginobili: il 34enne giocatore dei San Antonio Spurs ha lasciato intendere che il ritorno alla V nera – con cui trionfò nell’Eurolega 2001 per poi perdere perse la finale l’anno successivo – sarà l’unica opzione europea. A Diarioshow.com, il 34enne ha dichiarato: «Non ho ancora risposto alla proposta della Virtus Bologna: sono stato benissimo nel periodo che ho giocato con loro. Ed a mia moglie Marianela l’Italia piace tantissimo. La possibilità c’è ed ho fino alla fine del mese per dare una risposta. Sarebbero solo alcuni mesi durante il lockout prima di tornare a San Antonio. Ho avuto anche una proposta dal Brasile ma l’ho rifiutata. Se giocherò durante la serrata sarà solo per la Virtus Bologna».

 

Se Siena sta a guardare, declassiamo la Montepaschi e Minucci?

Non ci credo. Non sembra vero. E alla fine, lo so, Siena lascerà un’impronta grande così sul tracciato segnato dai club che fino a ieri stavano a guardare. Quant’è che la città del Palio e di Cecco Angiolieri non rimaneva in stand by per lasciare che fossero gli altri a fare? Io, giacchè sono anni, non lo ricordo quasi più. Da più di un lustro, Ferdinando Minucci stava davanti a tutti. Che fossero venti passi, tre centimetri o un’unghia, che importa.

Ma davanti, il patron dei toscani che non a caso in cinque anni si sono sfamati gozzovigliando quasi in solitudine al banchetto della A1, ci stava in ogni caso. E ha continuato a tenere la testa davanti agli altri, Minucci, fino a poche settimane fa. Verrebbe da dire fino a qualche giorno fa. Quando, per come la si volesse girare, l’acquisto di un certo Juan Summers – lungo di livello – potesse fare il paio con quel fenomeno che si è mostrato Bo McCalebb anche nelle file di una nazionale – quella macedone – che presa e misutìrata metro per metro sembra giustappunto misurare quanto Siena. Tra giganti – in senso traslato e letterale – la Montepaschi restava il gigante. Tra colossi – intesi economicamente e storicamente parlando – la Montepaschi restava il colosso. Ma poi.

Pa pa pam. Due giorni a guastare una percezione figlia di meriti acquisiti sul campo. Crisi economico finanziaria a parte – ma se Standard & Poor’s decide di declassare sette banche italiane un buon segno non lo è neppure per chi se l’è finora scampata – arriva la mazzata che non ti aspetti. Perchè avremmo potuto semmai ipotizzare difficoltà legate alla congiuntura socio economica del periodo, non certo immaginare che il basket – quello che conta per davvero – non passa più solo – e in primo luogo – per Siena.

Non tanto per analisi legate alla statistica – e dice la statistica: la probabilità di continuare a vincere diminuisce in maniera direttamente proporzionale a quanto si vince – quanto per il fatto che – pa pam: Milano; pa pam: Bologna – il paginone di apertura oscura le facce vincenti di Siena. Montepaschi in terza, quarta pagina. Chi se lo ricorda più, quando è stato.

Virtus Bologna, torna Ginobili?

Sarebbe quel coniglio dal cilindro in grado di attribuire una fisionomia assai difefrente al prossimo campionato di basket maschile. Se davvero a Bologna tornasse Manu Ginobili – sarebbe soprattutto una scelta di cuore, e quando c’è di mezzo il cuore ogni cosa diventa possibile – potrebbero anche cominciare a preoccuparsi un po’ tutte le squadre di prima fascia allo stesso modo in cui sarebbero accontentati i milioni di appassionati di pallacanestro che chiedono alla stagione ventura di regalare qualche protagonista mancato dell’Nba.

Il sogno dei tifosi delle Vu Nere, a questo punto, inizia a essere meno fioco anche perchè ad alimentare le speranze di un ritorno nella città felsinea è stato lo stesso argentino, il quale ha ammesso i contatti in corso con la dirigenza bolognese e ribadito la volontà di attendere in Italia la fine del lockout americano. La guardia in quota ai San Antonio Spurs proietterebbe di rimando Bologna tra le favorite di stagione anche se – nel caso in cui davvero Ginobili arrivasse – l’altra incognita sarebbe quela di capire fino a quando potrà fermarsi in Italia. Le parole dell’ex virtussino sono emblematiche:

La Virtus prova il colpaccio Ginobili

La Virtus Bologna tenta il colpaccio in questo pazzo mercato di basket: il club emiliano ha infatti presentato un’offerta a Manu Ginobili, asso degli Spurs e già campione d’Italia e d’Europa nel 2001 con le V nere, per farlo giocare fino alla fine del lockout Nba. Manu, al momento impegnato con l’Argentina nei campionati americani (la Fiba Americas), é ancora legato da due anni di contratto a San Antonio a 27 milioni di dollari complessivi, e dovrebbe dare una risposta tramite il suo agente Luciano Capicchioni nelle prossime 48 ore. Non c’è il solo Ginobili nella nazionale argentina e della Nba interessato a giocare in Italia: anche Carlos Delfino, dei Milwaukee Bucks, ex Fortitudo e sposato con una ragazza italiana, non ha intenzione di restare fermo per l’intera durata della serrata, e vorrebbe tornare a giocare nel nostro Paese. L’offerta della Virtus, che si dice sia anche sulle tracce di Chris Douglas-Roberts, la scorsa stagione a Milwaukee, è la prima ufficiale di un club italiano ad un giocatore sotto contratto con la Nba. Intanto, la precoce eliminazione dell’Italia all’Europeo potrebbe rendere più chiara a partire nei prossimi giorni la situazione di Andrea Bargnani e Danilo Gallinari con Siena e Milano, anche se probabilmente si dovrà attendere la seconda metà di settembre, dove sono previste le riunioni decisive tra proprietari e giocatori Nba, quando verrà presa una decisione sulla stagione.

PILLOLE GINOBILI – Emanuel David “Manu” Ginóbili Maccari (Bahía Blanca, 28 luglio 1977) è un cestista argentino naturalizzato italiano. Alto 198 cm per 93 kg di peso, ricopre il ruolo di guardia tiratrice (o, talvolta, di ala piccola o playmaker) nei San Antonio Spurs, per i quali indossa la maglia numero 20. Soprannominato El Narigón (“Il Nasone”), discende da immigrati italiani dalle Marche. Nella sua famiglia giocano a pallacanestro anche i fratelli maggiori Sebastián e Leandro, mentre il padre, Jorge, è stato allenatore della squadra locale dove Emanuel è cresciuto, e anche giocatore.