Lockout NBA, Jabbar: “Troppi giocatori vengono pagati troppo”

Kareem Abdul Jabbar, una delle star più amate della NBA, intervistato dalla rete televisiva americana CNN ha così commentato la notizia del definitivo Lockout:

“La società perdono milioni, troppi giocatori vengono pagati troppo. È giusto che si ponga il problema e che venga trovata una soluzione. Ognuna delle parti deve cercare di capire l’altra. È probabile che abbia sentito in modo eccessivo la pressione. Ma un singolo giocatore non può fare tutto da solo, è impossibile. Credo che abbia imparato molto da questa esperienza e che per lui questa esperienza non si ripeterà in futuro”.

I grandi del basket: Earl ‘The Goat’ Manigault

I miei occhi hanno avuto la fortune di ammirare le evoluzioni di Michael Jordan, le magie di Magic Johnson, il gancio-cielo di Kareem Abdul-Jabbar, ma pagherei oro per tornare indietro nel tempo e veder giocare una volta, una sola volta Earl Manigault. Vi starete chiedendo con quale maglia giocava o quali trofei ha messo in bacheca.

Ebbene, Earl “The Goat” Manigault non è mai arrivato in NBA, non ha titoli da vantare, ma viene ricordato come uno dei giocatori più forti di tutti i tempi, capace di battere qualunque avversario, ma non se stesso, purtroppo.

Potete non credere alle mie parole, ma dovete fidarvi di quanto diceva di lui Kareem Abdul-Jabbar, che alla domanda su chi fosse il più forte giocatore da lui mai affrontato, rispose proprio con il nome di Earl Manigault, sebbene nella sua carriera si fosse trovato di fronte a miti del calibro di Wilt Chamberlain, Oscar Robertson e Magic Johnson.

Chi era dunque Earl Manigault? Le sue origini sono molto simili a quelle di tanti altri campioni: infanzia povera ed un unico grande sogno, il basket. Nativo della Carolina del Sud e trasferitosi a New York con la madre adottiva, il giovane Earl cominciò a mostrare la sua classe sopraffina sui playground di Harlem, nonostante i 183 centimetri di altezza gli consigliassero di dedicarsi ad altro.

I grandi del basket: Kareem Abdul-Jabbar

La lista dei grandi del basket è talmente lunga che è difficile scegliere tra questo o quell’altro gigante dalla mani d’oro, ma in questo caso il nostro compito è stato facilitato dal ricordo di un nome, Kareem Adbul-Jabbar, un uomo che polverizzò numerosi record, attraversando la storia dell’NBA per ben 20 anni.

218 centimetri di classe pura, un predestinato nel ruolo di centro proprio per la statura elevata, che non gli impedì però di affinare altre doti, come la velocità, la tecnica e la capacità di catturare rimbalzi sia in difesa che in attacco.

Lew Alcindor (questo il suo nome prima della conversione all’Islam nel ’71) costruì la propria fama sui parquet del liceo (71 vittorie consecutive) e dell’Università (due sole sconfitte nei tre anni di permanenza alla UCLA).

Impossibile che il basket professionistico non si accorgesse di quello spilungone dalle mani d’oro. Correva l’anno 1969, quando Kareem Abdul-Jabbar venne scelto dai Milwakee Bucks, dove restò per sei anni, contribuendo in maniera determinante alla conquista del titolo NBA nella stagione ’70-’71.