Obradovic a Barcellona, Mike D’Antoni torna a Milano?

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Il Barcellona ha vinto alla quinta col Real lo scudetto spagnolo, Xavi Pascual passa alla nazionale dopo i Giochi, mentre se Mike D’Antoni  potrebbe scegliere di vestire Armani, e tornare nel club del quale è stato un mito avendo ancora un anno garantito con i Knicks.

Sergio Scariolo avrà sonni agitati, se è vero che l’Armani poteva fare di più e spendere di meno o meglio per una squadra che ha deluso per tre quarti di stagione, non all’altezza nel reparto guardie (Cook, Nicholas, Bremer, Demton, Gianchetti)  tanto da dover ricorrere all’acquisto di Ale Gentile a metà stagione e  riaffacciatasi inoltre alle Top 16 di Euroleague ne è uscita male.

E quindi il suo coach due volte campione d’Europa non ha dato quell’impronta che sperava e rispetto ai 750mila dollari di contratto per stagione di cui si parla. Ma non è  Zeljmir Obradovic  a volersi sedere sulla sua panchina. Lo squalo di Cacak  non è in arrivo a Milano, allenerà al Barcellona.

Pallarancione.com  dopo la notizia dei giorni che il coach serbo aveva chiuso dopo 13 anni col Panathinaikos e 5 coppe dei Campioni   senza far conoscere i suoi programmi futuri, si è messo in caccia per sapere quale fosse la prossima panchina del coach più titolato d’Europa. Un club, il ruolo di CT serbo, o quello della Spagna?

No, la grande notizia che chiude il possibile cerchio della sua prossima destinazione è legata alla  vittoria del Barcellona di  Xavi Pascual alla fine di un drammatico  titolo, il terzo, in una stagione non facile per il catalano. La sconfitta netta col Real Madrid in Coppa del Re, la sconfitta casalinga in gara2 (69-75) col Real Madrid dopo la vittoria di 1 punto (81-80) nella gara d’apertura, la delusione della sconfitta in semifinale di Euroleague contro l’Olympiacos. Il titolo è stato difficilissimo, a un certo punto se,mbrava compromesso. Il Real Madrid è andato sul 2-1 vincendo gara3 per ben 26 punti (85-59), sembrava il crollo invece dopo l’81-71 del Barca nella capitale spagnola, sul proprio campo ha vinto 73-69, con canestri decisivi nel finale del febbricitante  Erazem Lorbek, MVP della gara, mattinata svenuto e gli ultimi tiri liberi di Wallace, 17 punti di Pete Mickeal e 16 di Fran Vazquez.

Xavi Pascual ha chiuso da vincente la sua ultima stagione col Barcellona, è stato il primo coach spagnolo a vincere la Coppa dei Campioni nel 2010, poi non è riuscito a fare il  bis, l’anno scorso è stato messo fuori da Obradovic in Euroleague. Col contratto di Sergio Scariolo in scadenza dopo i Giochi Olimpici, a prescindere dal risultato di Londra, già difficilmente riproponibile come coach delle Furie Rosse anche in caso di vittoria dello scudetto italiano,   la panchina  della nazionale tocca di diritto al coach catalano. Si chiude un cerchio scontato. Inoltre molto saggiamente il presidente Saez non consente il part-time di un CT spagnolo, e ha davanti a un biennio cruciale, quello del 3° titolo europeo (2013 Slovenia) e soprattutto il Supermondiale del 2014 a Madrid che sarà una svolta nel basket, con la copertura del Santiago Bernabeu per portare al basket 100 mila spettatori.  Appuntamento che farà storia, perchè  da quell’appuntamento  il Dream Team giocherà solo la World Cup e gli Usa, come ha anticipato Stern,  manderanno in campo alle Olimpiadi la Under23

In questo scenario  di un basket spagnolo che punta sulla Nazionale e non sui club, errore italico degli ultimi 5-6 anni, a Barcellona arriverà quindi – a pieno titolo –  Zeljko Obradovic che la sua fama di “el gran conducator” se l’è fatta agli inizi della sua carriera allenando all’estero proprio in Spagna.  Fra il ’91 e il 95 aveva già vinto 3 volte la coppa dei Campioni, nel ’92 col Partizan e negli anni seguenti con la Juventud Badalona e il Real Madrid. Che poi non si sono più ripetuti. Fra i grandi club spagnoli potrà quindi essere l’unico a conquistare il Grande Slam con i blau-grana.  Torna nel pieno della maturità, ha compiuto solo 51 anni, conosce la lingua, è un personaggio, la sua massima gioia è ancora la palestra, è schivo al palcoscenico. Avrà il  compito di rinnovare la squadra e preparare il dopo-Navarro il quale nella quinta col Real ha segnato solo 6 punti. Obradovic , ricordiamo, ha allenato anche in Italia vincendo una delle due Eurocup della sua carriera e una Supercoppa con la Benetton Treviso.E con la nazionale ha vinto a soli 28 anni l’argento alle Olimpiadi a Seul con la Jugoslavia, oltre a 2 mondiali con la Jugoslavie e 3 Europei e  un secondo argento olimpico ad Atlanta ’96.

In semifinale della Liga Endesa  il Barcellona aveva battuto 4-1 il Valencia e il Real Madrid 3-2 il Caja Laboral. Le voci di mercato danno in partenza al Real il centro Tomic e l’ala Velickovic, oltre al lituano Marty Pocius. Nel Barcellona esce di scena Ndong, mentre  Erazem Lorbek piace ai San Antonio Spurs dove potrà giocare minuti di qualità.

Le grandi manovre europee sono già tratte, con l’ingaggio di Obradovic il Barcellona rafforza anche la panchina, mentre il Cska è tornato su Ettore Messina, Pianigiani ha un 3° anno di contratto da rinegoziare perché il Montepaschi o stringe di molto i cordoni, o lascia le squadre sportive al loro destino visto che adesso, godendo di aiuti senza precedenti per una città di 60 mila abitanti,  possono camminare con le loro gambe. Ma nel valzer della panchine l’ultima grande sorpresa, potrebbe essere quella di Mike D’Antoni il quale vanta un altro anno di contratto con i Knicks. I coach ,come in Italia, cominciano e non essere pagati più come una volta, salvo eccezioni sempre più rare (Rivers 6 milioni di dollari), e oggi nella NBA i Brooks, Spoelstra, Del Negro, Wittman, Woodson  sembrano figure minori rispetto ai Rivers e Popovich. D’Antoni era candidato per Orlando e Washington, gli rimane forse una chance con i Nets che giocheranno a Brooklyn e per tenere Deron Wiliams hanno bisogno di un coach che piaccia alla sua star. Nel giro di un mese, dopo le scelte del 28 giugno, Mike saprà se può tornare nella NBA. Alla peggio – si fa per dire – Mike che adesso è nello staff del Dream team   potrà decidere di tornare il club nel quale è stato una vera gloria, incassare lo stipendio dei Knicks e quindi tornare a Milano con forti motivazioni ed essere sempre sotto i riflettori. E per la teoria dei corsi e ricorsi, il suo destino sarebbe sempre legato a un grande sarto. Firmò per Bogoncelli chiedendo come premio un abito su misura dell’elegantissimo presidente-fondatore dell’Olimpia, oggi la squadra è del sarto più celebre al mondo Armani: più di così…

Enrico Campana

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