No-All Star Game per Gallinari, il Gallo si vendica

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Con 21 punti  in 27 minuti, 5 missili su 5, 6 rimbalzi e 4 assist, Danilo Gallinari ha trascinato Denver che  a Los Angeles ha dato una lezione (+21) ai  rampanti Clippers. Ecco le squadre dell’All Star Game di orlando (26 febbraio), Marc Gasol unico europeo. Detto senza partigianeria: la wild card per la selezione dell’Ovest avrebbero dovuto darla a Gallinari invece che al suo compagno Ty Lawson, specie dopo la stupenda partita di classe e sostanza che il Gallo ha offerto alla Stealpes Arena di Los Angeles portando al successo Denver che aveva perso in gara la prima gara 105-109. Per quanto riguarda l’All Star Game del 26 febbraio a Orlando,  la sorpresa è stata quella di Marc Gasol (Memphis, 14,7 punti, 10,7 rimbalzi, 2,2 stoppate) centro che ha soffiato il posto al più famoso fratello Pau (Lakers) e sarà l’unico europeo in campo.

Queste le selezioni:

  • Est – Starters: guardie, Derrick Rose (Chicago), Dwayne Wade (Miami), Ali: LeBron James (Miami), Carmelo Anthony (New Yok), Centro Dwight Howard (Orlando). Reserves: guardie: Rajon Rondo (Boston), Joe Johnson (Atlanta); ali: Chris Bosh (Miami), Paul Pierce (Boston); Centro: Roy Hibbert (Indiana). Wild card: Brandon Jennings (Milwaukee), Andre Iguodala (Filadelfia).

  • Ovest – Starters: guardie, Kobe Bryant (LA Lakers), Chris Paul (LA Clippers). Ali: Kevin Durant (Oklahoma), Blake Griffin (LA Clippers). Centro: Bynum (LA Lakers). Riserves: guardie, Russell Westbrook (Oklahoma), Steve Nash (Phoenix), ali: LaMarcus Aldridge (Portland), Kevin Love (Minnesota), centro Marc Gasol (Memphis). Wild card: PaulMillsap (Utah), Ty Lawson (Denver).

Denver ha dunque pareggiato con i Clipper ma la partita prevede  ancora due incontri, il 22 febbraio a Los Angeles e in 18 aprile in casa. Sono tanti 21 punti in trasferta, 112 subiti,  contro una squadra con 2 giocatori dell’All Star Game, Paul e Griffin,  ma Gallinari ha confermato la crescita e il suo carisma trascinando i Nuggets come nella magica sera di New York.

E’  stato il migliore del turno nel tiro da 3 con 5 su 5, 7/10 nel tiro, 2-2 dalla lunetta,6 rimbalzi, 4 assist in 27 minuti. MVP della gara e giocatore determinante  della squadra di George Karl  da parte sua riscoperto come coach  da spettacolo per il gioco brillante e la difesa. Il successo delle Pepite  inoltre porta la firma di due altri europei: il russo Mozgov che ha giocato una gara eccellente (per il suo standard) con 11 punti, 5/5 e 7 rimbalzi contro una squadra senza un pivot del primo livello (Jordan ha segnato solo 2 punti ma ha portato 5 stoppate e 9 rimbalzi) e lo spagnolo Rudy Fernandez, cambio tattico, scaricato da Portland e sul quale non ha creduto Dallas.

Successo di squadra,dominio ai rimbalzi (41 a 29), 18 contropiedi per lo spettacolo, il 57% da 3 che significa determinazione e scelta di tiro e il 53% dentro l’area (53%), e naturalmente una difesa tecnica. Ty  Lawson che aveva iniziato la stagione con lo Zalgiris combinando poco o nulla  ha segnato 18 punti, la panchina ha risposto oltre che con Fernandez (10 punti) con i soliti Andre Miller (8 punti e 8 assist) e Harrington.

New Orleans ha perso come la sera precedente per un crollo nel 4° tempo, 13-22,  a San Antonio che continua a collezionare successi casalinghi e approfitta dello stop di Dallas contro Oklahoma. Bella reazione di Memphis, una delle belle di gennaio, che ha vinto di ben 19 ad Atlanta, squadra brillante, e va 12/10 con 5 giocatori in doppia cifra (21 Rudy Gay) e la doppia doppia di Marc Gasol (11 punti, 10 rimbalzi), oltre 12 rimbalzi di Cunningham. Con Derrick Rose in versione “Mister assist”  (13, top della giornata)  i Bulls passano al Madison che ormai sono il porto franco della Lega (7 sconfitte, e Mike D’Antoni rimane in sella)  e ai quali non bastano i 34 punti di Stoudemire e  il rientro di Melo Anthony, ridimensionato dalle imprese di Gallinari che un anno fa era scambiato (come l’osso con la polpa…).

Chicago miglior il suo record, raggiunge per prima le 19 vittorie e vince la decima partita in trasferta. Anche Denver vince più in trasferta che in casa,  8/4 contro 7/3 al Pepsi Center, quindi con 15/7 è la seconda nella West  Conference dietro Oklahoma. Meglio, oltre a Chicago, hanno fatto solo Miami e Filadelfia (16/6) e con  71,4%  Indiana (16/6) che zitta zitta continua a crescere senza avere giocatori “all star”. Entrato come 9° giocatore, Marco Belinelli si è confermato lo specialista da 3 di New Orleans con 4/4, 11 punti, 29 minuti, al solito DeJuan Summers rimesso in quintetto non ha convinto (7 punti) e dopo 12 ha lasciato il campo, ma la squadra ha tenuto crollando nel 4° tempo, 13-22, nella casa di Parker e Duncan.

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