New York, Stoudemire e la scuola ebraica

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Incidono le origini intese in senso stretto – ovvero le proprie – e in senso lato – pescando nella sfera, in questo caso, familiare. Per una volta si parla di Amar’e Stoudemire, centro dei New York Knicks di 29 anni (compiuti lo scorso 16 novembre), svincolandone il nome dalle prestazioni su parquet (che pure, nella maggior parte dei casi, sono straordinarie) e legandolo piuttosto a tematiche di stretta attualità culturale.

A determinarne la ragione è l’intenzione dichiarata dal cestista di aprire a New York una scuola ebraica in cui si insegnino la lingua e la storia del popolo ebraico.

Nulla è casuale, tutto è voluto: a stimolare Stoudemire, in primo luogo, il fatto di essere ebreo per parte di madre. Una delle interviste rilasciate dal campione qualche tempo addietro evidenziò come – con significativo senso di appartenenza – Stoudemire abbia sempre dato alle sue origini grande importanza:

“Sono ebreo da parte di mia madre, e questo fatto ha giocato un ruolo sottile ma notevole nel mio sviluppo”.

Non solo. Gli appassionati di basket, e i tifosi di Amer’e, ricorderanno con quale trasporto si espresse nel 2010 durante il suo viaggio in Israele:

“Sono molto contento di essere qui – affermò dopo esservi atterrato – e di vedere tutti gli importanti siti storici, di imparare l’ebraico e di capire meglio le mie radici”.

Contento e interessato al punto da pensare seriamente – durante il lockout che ha paralizzato la Nba – di voler vivere ua na parentesi cestistica alle dipendenze del Maccabi Tel Aviv (non se n’è poi fatto nulla) e muovere ora i primi passi per la realizzazione di una scuola ebraica nella Grande Mela.

Vi proponiamo stralci della visita di Stoudemire a Gerusalemme (2010):

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