Nba se i Lakers piangono, Miami non ride

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Non c’è più solo un Paul, il  Chris Paul, il genio dei Clippers. Adesso c’è anche il Paul  di Indiana, Paul di nome e  di cognome  George. Parloiamo di un giovane e stupendo atleta moro di  22 anni, 2,03 ala-tuttofare uscito dalla californiana Fresno State, non una grandissima università ma ottima scuola, visitata tanti anni fa dagli azzurri ai tempi di Sandro Gamba. Raro superare in bravura un certo LeBron, ma lui  fatto la differenza in attacco e difesa, con 29 punti e 11 rimbalzi, meritandosi gli elogi della grande star  il quale  ha fatto di tutto, pur perdendo ben 7 palle sulle 14 della sua formazione, per evitare la sconfitta di Indiana. La peggiore della stagione per il minimo punteggio, 77 punti e nonostante i 30 di Wade che ne aveva già segnati 23 all’intervallo.

“L’anno scorso si era capito che era un buon giocatore, ma non lo conoscevamo capace di essere protagonista assoluto. L’ho visto  crearsi molte occasioni e gestirle con sicurezza,  diciamo che ha approfittato dell’infortunio di Danny Granger per segnare, prendere rimbalzi e dimostrare quanto vale”,

Questo il pubblico riconoscimento che LeBron a ha riservato a Paul George. Non capita tutti i giorni una ncosa simile, ma Lebron ha voluto evitare di  mettere la piaga sui molti problemi che la squadra evidenzia a tenuti nascosti dal calendario favorevole, con molte partite casalinghe. Oltre a quello dei rimbalzi (55 a 38),  determinato a Indianapolis  dallo strapotere del trio Hibbert-George-West, tutti in doppia cifra, con Bosh e Haslem (4 rimbalzi, due tiri e nessun canestro) sovrastati,  c’è stato anche l’inatteso default  dei due specialisti del tiro, Ray Allen e Shane Battier con una performance senza precedenti, 0 punti per entrambi, 0/5, 0/4 per l’esperto Ray e  0/3, 0/3 per il suo cambio. E poteva anche andare peggio se Frank Vogel, confermato dai Pacers  alla vigilia (e colui che l’anno scorso fece tremare gli Heat nei playoff provocandoli con l’accusa di essere degli impuniti  cascatori ) non avesse  avuto  George Hill influenzato (5 perse, 7 tiri sbagliati su 7 e 5 perse) e  se Hibbert non  avesse mostrato i suoi limiti di attaccante (6 punti) contro una squadra che vive del suo trio e l’anno scorso riuscì a mettere le mani sul  titolo nonostante il problema del centro e di  un  allenatore raccomandato, anche se Spoelstra è  protetto da un certo Pat Riley.

Hanno perso tutte le 4 bigs della stagione nelle ultime 48 ore, questo significa che la NBA questa stagione è più equilibrata col rilancio di New York, la consacrazione dei Clippers, la scoperta di Golden State e il rilancio dei Rockets grazie a Harden e Lin e  la grande delusione dei Lakers. Intanto anche Brooklyn  (20/15) ha toccato le 20 vittorie, e con la miglior striscia (4) dell’Atlantic Division rafforza il 2° posto.

Minimo punteggio stagionale per Miami (23/10) che questa stagione  perde troppo fuori casa (7/7) e manca di un vero centro,per questo  ingaggia il veterano (35 anni) Chris Andersen (ex Denver). I Lakers (15/19, 5/11 fuori) sono oggi  solo al 19° posto nel ranking e  fra le 3 maggiori delusioni della stagione. Difficilmente, come Dallas e Filadelfia, torneranno nei playoff, mentre Boston (17/17) ha vinto con Garnett e senza Rondo squalificato  la dura battaglia a NewYork  e  grazie al suo spirito può recuperare.

Top scorer della giornata James Harden (31 punti e 9 assist), da Miglior Sesto uomo a star dei Rockets, micidiale dalla lunetta,  4° marcatore dietro con 26,4 di media dietro  Kobe (30,5), Anthony e l’ex compagno Durant si candida al titolo di MVP.  Sono spariti dalla classifica i fratelli spagnoli Pau e Marc Gasol e l’Europa è presente fra i primi 50 con soli 4 giocatori starter nelle rispettive formazioni: 13° il francese Tony Parker (19,1 punti), 38° l’altro francese Nicolas Batum (16,4), 39° l’italiano Gallinari top scorer di Denver (16,2) nonostante l’arrivo del “dreamer” Iguodala e 40° lo slavo Montenegrino Nikola Pekovic (15,) che ultimamente fa collezione di doppie-doppie.

Non fanno quasi più notizia le sconfitte dei Lakers, la striscia nera è arrivata a 4 con il ko di Houston con forti responsabilità della difesa (55% e 44% per Harden e c., 5 bombe e 19 punti di Carlos Delfino, 19 anche di Lin e 20 di Parsons ) e attenuanti valide, come  le assenze di Pau Gasol (la gomitata di McGee nella gara casalinga con Denver gli ha procurato la frattura del naso e un principio di commozione cerebrale, quasi non sapeva dove si trovasse), Howard (stiramento alla spalla) e Jordan Hills (principio di ernia) pagate care in termini di rimbalzi, non bastasse la serata-no di Kobe Bryant  che ha raggiunto a stento i 20 punti (8 su 22) e un buon inizio (34-28). Da segnalare che Nash con i 10 assist ha suoperato i 10 mila assist in carriera.

E’ stata l’occasione per vedere all’opera il folkloristico centro Sacre, matricola di Syracuse, ribattezzato Mr.Inaffidable, che ha guadagnato qualche punto giocando 27 minuti, con 10 punti,4/10, 4 falli e 4 stoppate. Separazione consensuale fra i Bucks e Scott Skyles dopo 4 sconfitte, al suo debutto in panchina Jim Boylan ha deciso di rimettere in quintetto  il turco Ilyasova   e tenere  la matricola Henson, n.14del draft, come cambio nel ruolo di ala alta. E ne hanno guadagnati entrambi, con 24 punti e 17 punti totali. Milwaukee (17/16) deve però ringraziare la sua star, Brandon Jennins, ex golden boy della Lottomatica, 29 punti, 5 bombe su 7, 9 assist, 5 recuperi, MVP del turno,  e anche lo sloveno Beno Udrih (5/6) al solito prezioso.  Phoenix ha pagato  nel tiro da 3 (4/20, 20% con 1/5 di Dragic, 0/3 di Morris e 1/4 di Telfair) e tenuto con ledoppie-doppie del polacco Gortat e dell’intramontabile argentino Scola.

Con Kevin Love di nuovo rotto, e ancora una frattura alla mano, il rientro di Ricky Rubio  che non è rimasto inosservato per gli 8 assist, Minnesota ha vinto ancora con il blocco europeo, e il trio dell’Est, il gigante montenegrino Pekovic che viaggia con cifre pari a quelle di Dwight Howard e ha garantito una doppia-doppia pesante (25 punti e 18 rimbalzi, 7/8 liberi, 1 persa e 2 falli soli), e i russi Kirilenko (21 punti , 7/11, 5/5 dalla lunetta, 6 rimbalzi, 5 assist) e la matricola Shved (15 punti e 7 assist) che si è inserito subito grazie all’enorme talento.

Stanotte maxi-turno  con Golden State-Memphis, San Antonio-Lakers, Clippers-Dallas e in campo Denver e Chicago, le formazioni di Gallinari e Belinelli, che ospitano Orlando e Milwaukee.

Per finire, alcune notizie importanti: la Polizia di Filadelfia sta indagando per una denuncia di tentativo di  assalto sessuale avvenuto nell’hotel che ospitava i Brooklyn Netys che hanno confermato senza svelare il nome del giocatore sotto indagine. Mark Cuban è stato multato di 50 mila dollari per aver criticato gli arbitri, è prossimo il ritorno di Jon Wall  con Washington  squadra-cenerentola.

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Risultati martedì 8 gennaio: Indiana-Miami 87-77 (29 P.George + 11 r, 14 D.West + 12,  6 Hibbert + 14 r;  22 L.James + 10, 7 pe, 30 Wade, ¾ da 3); Filadelfia-Brooklyn 89-109 (19 Holiday; 22 Der.Williams, 20 Blatche, 2 R.Evans + 23 r )  Milwaukee-Phoenix 108-99 (29 B.Jennings, 5/7 da 3, 9 a;, 12 J.Henson + 11 r 21 G.Dragic, 16 Gortat + 14 r, 12 Scola + 12 r); Houston-LA Lakers 125-112 (31 Harden, 8/8 tl, 6 r, 9 a, 20 Parsons, 19 Delfino , 5/7 da 3, 19 Lin; 24 Artest, 4/5 da 3, 20 K.Bryant, 8/22, 5 rec, 16 Nash + 10 s); Minnesota-Atlanta 108-103 ( 25 Pekovic + 18, 21 Kirilenko, 15 Shved, 7 a, 17 Der.Williams , 3/5 da 3; 21 Josh Smith + 13 r, 21 Louis Williams, 19 Horford + 11 r)

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