NBA, Oklahoma harakiri e Gallinari da playoff

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Dopo essere stata a tratti anche la miglior squadra della stagione e a lungo la migliore dell’Ovest Oklahoma dice addio al primato perché San Antonio vola buttando alle ortiche un vantaggio di 18 punti nel secondo tempo di Los Angeles per arrendersi  (9-17) nel secondo overtime per il ritorno di Kobe Bryant match winner:  6 punti decisivi nella sera in cui Kevin Durant stava però  per strappargli il primato dei marcatori.

La gara è stata ricca di colpi di scena, dopo le due scoppole tremende contro i San Antonio, con 45 punti sul groppone.  Prima il caloroso saluto dei tifosi (fra i quali Nicholson che ha festeggiato i 75 anni con un sacco di amici attori) per l’ex capitano Derek Fisher passato al nemico e trasformatosi in un oscuro panchinaro. Quindi la gomitata “assassina”   di World Pace, tornato per una sera il cattivissimo Ron Artest: dopo una schiacciata colpisce all’orecchio  James Hardy  (che rimane a terra, e non tornerà in campo avendo cominciato con 14 punti in 14 minuti) e viene espulso inseguito da Ibaka e altri amici che vorrebbero regolare il conto. Si prosegue con lo show di Kevin Durant che a un certo punto diventa virtualmente il nuovo cannoniere, perché Bryant non tira bene anche se si riscatterà nel finale e con 26 punti (più 6 rimbalzi e 7 assist) conserverà il primato, 27,9 di media contro 27,8 di Durant (e al 3° posto con 27,1 c’è LeBron).

Ma il vero eroe della vittoria dei Lakers che accusano una lieve flessione di Bynum  (compensata da Jordan Hill, l’ex centro dei Knicks ed ex pitcher del baseball da 5 gare preso da Houston che tira giù 15 rimbalzi spostando il duello aereo, 67 rimbalzi contro 54) è certamente Pau Gasol. In una stagione strepitosa  il totem spagnolo sfiora una tripla storica, 20 punti, 14 rimbalzi, 9 assist. Sotto accusa, fra gli sconfitti, Russel Westbrook, per i 3 soli canestri su 22 tiri

I Lakers hanno rischiato il contro-sorpasso dei Clippers che hanno stritolato ( 19 punti) New Orleans con un partitone dell’ex Chris Paul (33 punti, 13 assist, 17/19 dalla lunetta), 21 puntie 15 rimbalzi di Blake Griffin in una partita in cui Marco Belinelli, demotivato per la panchina, addirittura 4° cambio, ha segnato 1 solo canestro su 8, con 8 punti totali.

Magnifica stagione, fino a questo punto, per Denver che ha chiuso contro le squadre dell’Est con il miglior bilancio di sempre, 16-2. Gallinari alla vigilia dei playoff  è tornato top-scorer (17 punti, 6/12, 3/6 da 3, 7 rimbalzi, 2 assist in 34 minuti). Gara di grande sostanza contro Orlando priva di Howard, operato alla schiena, e punita dagli alley-oops di Miller per McGee (17 punti) che hanno fatto infuriare coach Van Gundy.

Con 39 punti (e 32 tiri!) di Carmelo Anthony (e 22 di Stoudemire) e il 63% da 3  vittoria domenicale importante dei Knicks ad Atlanta priva di  Zacha Pachulia che non cambia la classifica. LeBron James (32 punti, rimbalzi e assist)  si carica sulle spalle gli Heat senza Wade, Bish e Turiaf   e mette fuori definitivamente Houston (16 punti di Dragic), Toronto senza Bargnani e Calderon è una squadra da 70 punti, ben 207 tiri in Lakers-Oklahoma, 106-101 con ben 56 del duo Durant-Westbrook.

La regular season chiude giovedì 26, ultimo tour de force per San Antonio che ha vinto di 16 contro Cleveland per il 7° successo. Seguirà una notte di pausa e questo sabato, 28 aprile, via ai playoff della Croce Rossa senza un vero favorito e molti bigs in infermeria.

Risultati  domenica 22 aprile: Atlanta-New York 112-113, LA Lakers-Oklahona 114-106 2 ts, Charlotte-Sacramento 88-114, Miami-Houston 97-88, Detroit-Toronto 76-73, San Antonio-Cleveland 114-98, Minnesota-Golde State 88-93, Denver-Orlando 101-74,LA Clippers-New Orleans 107-98.

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