Dilettanti compatti, due giorni di protesta contro la Riforma-Razzo

Parte nel turno odierno, 31 marzo,  e prosegue l’1 aprile l’azione della Lega Nazionale dilettanti con l’adesione dei club dei tre campionati per chiedere alla Fip di rinviare la riforma della C, considerata anche la “chiusura” netta, dopo una votazione all’unanimità  delle 140 società,  che rifiutano il declassamento da campionato nazionale a regionale con danni economici rilevanti e il pericolo di una chiusura a catena.

Sono compatte le oltre 200 società dei tre campionato di A, B e C. Per quanto riguarda la A, “manipolata” per tre anni di fila, avrebbero detto no ovviamente  le società gratificate la scorsa estate dalla wild card, la Brandini Firenze che gioca a Latina e la BP Med Napoli, ma il fronte è compatto su tutta la B, mentre sarebbero solo 5 le società di Serie B, di cui tre lombarde, ma il riscontro delle adesioni per iscritto si chiudeva nella mattinata di sabato.

L’azione curiosa di Lnp in difesa della C: non si giocano le prime due azioni

E’ curiosa e di natura sportiva la mobilitazione per la difesa della sorte della C con le sue 140 squadre che la Lega Nazionale dilettanti ha messo in atto per il prossimo turno del campionato del 31 marzo-1 aprile allo scopo di bloccare la riforma della Fip che ha deciso di declassare il torneo da nazionale a  interregionale non prevede invettive, rabbia, cortei ma toccherà nel vivo lo spettatore alla partita.

Si tratta di una sorta di comunicazione diretta più incisiva di comunicati, strilli. Un modo anche per ripassare il regolamento. Niente anche  divise colorate, magliette con scritte ironiche ed offensive e cartelli, ma  un’iniziativa a largo raggio  per bloccare in pratica le prime due azioni e che sarà affidata a tutte le società che  entro domattina dovranno mandare la loro adesione alla Lega Nazionale Pallacanestro.

Questo il copione:

Parte la protesta-soft dei dilettanti, la C non si tocca!

La Lega Nazionale Pallacanestro invia oggi, giovedì 30 marzo,  a tutte le società un report sui danni derivanti dalla decisione del  Consiglio Federale del 3- 4 febbraio di trasformare il campionato DNC ampliando le squadre da 144 a 168 (da 9 gironi da 16 a 12 gironi da 14 )  che diventerà “attività regionale”. Recentemente il presidente, il senese Fabio Bruttini, si é consultato con Gianni Petrucci per la difesa della C nazionale, e chiedendo il giusto passo e tempo per una riforma, ma presa da un’irrefrenabile voglia di chiudere la Fip vuole chiudere la pratica nel Consiglio federale del 13-14 aprile. Nemmeno un mese di tempo per trovare un accordo, un altro diktat contro lo zoccolo duro del basket.

Da qui la protesta della Lnp  in tutti i campionati dilettanti in questo week end per le gare del 31 marzo e 1° aprile. Sui campi verrà letto un comunicato per spiegare al pubblico le ragioni di questa mobilitazione, mentre non è per ora sciopero ma una protesta-soft riguardante l’avvio della gara. Palla a due, la squadra A non gioca l’azione. Rimessa, palla a B che non gioca l’azione e poi si comincia a giocare.

Le società hanno espresso un forte dissenso a questa decisione sia in una fase preliminare attraverso un sondaggio  (85% delle società contrarie), sia in alcune riunioni sul territorio ( Toscana ed Emilia) e con un deliberato ufficiale dell’Assemblea generale delle Società a Legnano.

C in rivolta, non vuole diventare regionale

Prima dei lavori del Consiglio federale Il presidente di Lega Nazionale, Fabio Bruttini, ha scritto ai presidenti dei Comitato regionali per opporsi  alla riforma che declassa 144 club. Per il maltempo, Meneghin ha annullato la conferenza stampa. Sposa bagnata sposa fortunata, dice il proverbio. Riforma con nevicata riforma sfortunata.

Sfortunata sì, visto che Dino Meneghin ha annullatola conferenza stampa delle 14.45 di sabato  per le forti nevicate che hanno paralizzato la città eterna nel cui cuore il Direttivo della Fip si è trovato per discutere (si fa per dire…) e votare il progetto che covava da due anni. Speriamo invece che non sia stata stroncata perché  venerdì,  il giorno dell’apertura dei lavori, si Meneghin si è trovato sul tavolo un documento duro di opposizione.