Garnett rinnova con Boston, Celtics a vita

L’ala-pivot Kevin Garnett ha prolungato il suo contratto con i Boston Celtics ed è diventato il giocatore più pagato della storia della pallacanestro negli Stati Uniti. Garnett, 36 anni, continuerà con i Celtics per tre anni e riceverà 34 milioni di dollari.

Con questi soldi si ottiene la cifra totale pattuita con la franchigia, che arriverebbe a 322 milioni di dollari, un importo superiore ai 293 milioni di Shaquille O’Neal per quanto riguarda i contratti.

“La decisione dipendeva da Garnett, se voleva continuare a giocare”, ha scritto il quotidiano Boston Herald facendo riferimento a fonti vicine alle negoziazioni, “e una volta che lui ha deciso che cosa voleva, è rimasto Boston e non poteva essere diversamente. Lui non voleva lasciare Doc Rivers e i ragazzi per giocare in un altro posto”.

NBA, partito col botto il mercato delle stelle

Col 1° luglio i 30 club trattano i giocatori svincolati (free agent), Deron Wlliams il più richiesto, Jeremy Lin tiene sulla corda i Knicks e la comunità multietnica di New York, niente “vecchi on sale”: Garnett resta a Boston con contratto record di 3 anni! Dove va Steve Nash?

Via da New Orlenas  l’azzurro Belinelli. Allo scoccare della mezzanotte, il 1° luglio si è aperto il mercato dei “free agent” o degli “svincolati” che potranno scegliere dove andare, con la titolarità della squadra nella quale hanno giocato di trattenerli pareggiando altre offerte. E’ un mercato interessante, non complementare, che può spostare anche la lotta per il titolo, e  soggetto anche al cosiddetto “Salary Cap”, il tetto salariale in quanto l’operazione ingaggi va visto in un principio di economia.

Principio, ricordiamo, che assieme al “draft” consente un teorico equilibrio (Hornets e Bobcats hanno scelto infatti per primi i due gioielli di Kentucky…), nonostante questa stagione Charlotte, che incarna nemesi del suo proprietario, un certo Michael Jordan, ha abbassato il record di sconfitte, con sole 7 vittorie contro 59 perse.

Questo il mercato degli “svincolati”:

Kevin Garnett o la forza di un maestro zen

NBA INSIDE – L’anti-LeBron ha portato Boston alle soglie della finalissima e a 36 anni è l’erede di Bill Russell è il miglior rimbalzista e nelle doppie-doppie. Anche gli informatissimi e rispettabili giornalisti americani a volte sbagliano, sostengo da sempre invece che il basket è un scienza esatta e non un’opinione e che tutto sia relativo, compresi certi  giudizi icastici. Non condivido infatti il collega  che inneggia testualmente alla partita di Kevin Garnett di martedì notte a Miami con queste parole:

“It was arguably Garnett’s best performance of this postseason”,

che tradotto  dice così, e frena almeno lo slancio per quello che ha visto con un avverbio opportuno:

Probabilmente Garnett ha giocato la miglior partita dei playoff”.

Diciamo che, a nostro modesto parere,le due  partite fra le più belle (e tante altre bellissime, magari anche davanti a sé, considerando come sta giocando) sono state  quelle 29 punti +11 rimbalzi  e il  27 + 23  con Filadelfia (dove curiosamente ha toccato  però anche il punto più basso, 3/12 nel tiro, 9 punti, 9 rimbalzi nella sconfitta per 83-92) e il 28 + 14 con Atlanta.

Nba Miami-Boston gara 5 90-94, torna Bosh, Garnett grande capo

Anche Boston vince gara 3 in trasferta,  non bastano a Miami 57 punti del duo LeBron e Wade, sotto eccusa coach Spoelstra, doppia-doppia di Garnett e 13 assist geniali di Rondo. Stanotte Oklahoma si gioca il match ball con gli Spurs.

Non bastano a Miami i 57 punti del duo LeBron-Wade e il ritorno dopo  9 gare, per lo stiramento degli addominali, di Chris Bosh con i suoi 6 sorprendenti rimbalzi d’attacco serviti a far pendere la bilancia del gioco aereo, ma non a  rispettare il pronostico generale fondato dalla presunta stanchezza di Boston.

Davvero  incredibili invece  i Boston della golden age del suo trio centenario Garnett-Allen-Pierce che alla partita n.18  di questi playoff , dopo aver battuto 4-2 Atlanta e alla settima  la rivelazione Filadelfia, il trionfo della gioventù e del talento,  fanno rivivere i mito dei Celtics confermandosi  questa  stagione la  bestia nera degli “eterni secondi”della NBA degli ultimi anni.

Kevin Garnett: “Prima del ritiro voglio un altro anello con i Celtics”

Trentacinque anni suonati e nessuna voglia di dire addio alla pallacanestro. Non ora, non prima di aver conquistato il secondo anello con i Boston Celtics. Lui è Kevin Garnett, campione NBA con la maglia biancoverde nel 2008, alla sua prima stagione con i Boston, dopo aver sfacchinato per anni nei Minnesota Timberwolwes.

Alla sua età e con il suo curriculum si potrebbe permettere il lusso di terminare la carriera in un’altra realtà, magari puntando ad un ingaggio superiore a quello attuale. Ma lui non ne vuol sapere:

Voglio finire la mia carriera a Boston. Non mi interessa girare altre squadre, voglio dire addio al basket indossando la casacca dei Celtics. Questa è la mia unica opzione per il futuro.

Belinelli e Hornets ko, Boston si risveglia

Undici vinte e due perse: la seconda sconfitta per i New Orleans Hornets di Marco Belinelli giunge – forse inattesa – sul parquet di Los Angeles e di fronte a una compagine – quella dei Clippers – che ha saputo difendere bene e ripartire anche meglio: finisce 99-95 dopo 40′ di grande agonismo e incertezza.

L’italiano ex Warriors e Raptors non incanta ma nei 14 punti messi a referto si conferma in fase di crescita con 2/9 da tre punti e un assist in 39’22”. Meglio di lui, il compagno di squadra David West, autore di 30 punti e dieci rimbalzi complessivi.

Inevitabile la presa d’atto che vede i Clippers finalmente fuori da una storia recente che raccontava di 9 sconfitte consecutive. Per i padroni di casa, 27 punti di Gordon.