Nba, un’eccezionale Indiana batte Miami

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La prima finale a Est della Nba mostra un Indiana eccezionale che batte la fortissima Miami e fa capire che la vincente della sfida non è scontata. Per Miami ci sarà da soffrire a vedere quello che è successo a Indianapolis. Il risultato finale è di 107-96 per Indiana che si porta sull’1-0 nella serie della Nba con una partita brillante giocata con personalità. Non era facile vincere contro gli Heat e i Pacers hanno anche dominato.

I grandi del basket, Reggie Miller

Ha vinto davvero poco a livello di club, ma non per questo non può essere considerato uno dei più grandi cestisti della sua generazione. Lui è Reggie Miller, una carriera con la maglia degli Indiana Pacers, sin da quando venne scelto nei draft del 1987. Al”epoca in pochi avrebbero scommesso su quel ragazzo esile (2 metri di altezza per 88 chili), considerato una sorta di raccomandato per via della parentela con una delle più grandi cestiste di sempre (Reggie è il fratello di Cheryl Miller).

Un’etichetta difficile da cancellare per un ragazzo che sembrava non avere i mezzi fisici per sfondare nel mondo dei professionisti. Ma furono sufficienti poche partite per rendersi conto che Reggie aveva delle doti eccezionali, specie nella fase del tiro da fuori. 2560 le triple realizzate da Miller in carriera, 2560 canestri da fuori, che lo pongono al secondo posto della classifica di sempre, alle spalle di Ray Allen, balzato in prima posizione solo lo scorso anno.

Miami crolla contro Indiana, Dwyane Wade e il peggior incubo

Partiamo da lui: Dwyane Tyrone Wade, nativo di Chicago, venuto al mondo il 17 gennaio 1982. Aggiungiamoci pure il fatto che Flash (da quant’è veloce) è da qualche anno considerato tra i maggiori talenti cestistici degli Stati Uniti d’America. Roba da pensare a Miami e arrivare con il pensiero a sovrapporre lo stemma degli Heat al volto dello stesso Wade.

Che, a Miami, gioca dal 2003 con esiti più che positivi: a livello di squadra, ha contribuito in maniera significativa alla conquista del titolo Nba dello scorso 2006, a livello personale si è contraddistinto per una serie di riconoscimenti. 1 volta MVP delle Finali NBA (2006), 6 volte NBA All Star (2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010), 1 volta miglior giocatore dell’All-Star Game (2010), 5 volte quintetto ideale NBA. Roba che, avere uno così è già una bella garanzia. Ma Wade – alla fine della passata stagione – ha cominciato a fare i capricci, a puntare i piedi, a mostrare i muscoli:

“Voglio vincere” – ha fatto sapere alla società – “e se non comprate nessuno, vado via”.

Mica per altro gli Heat si sono mossi con prontezza quasi militare: in sequenza gli hanno servito su piatto d’argento uno come LeBron James, vale a dire il secondo miglior giocatore in circolazione (perchè Kobe resta su un altro pianeta), e la ciliegian sulla torta rappresentata da Chris Bosh. Come se Lionel Mess e Cristiano Ronaldo, a un certo momento, cominciassero a giocare nella stessa squadra di calcio.

“Vai Dwyane” – deve avergli replicato il club – “vai e vinci”.