Serie A1 2012 i giocatori di Teramo scrivono alla società per stipend arretrati

Dopo aver conquistato sul campo la salvezza, onorando sino all’ultimo la casacca indossata, i giocatori della Banca Tercas Teramo prendono carta e penna e scrivono, con in testa il capitano Gianluca Lulli, una lettera aperta alla società per chiedere il pagamento degli stipendi arretrati:

“Abbiamo onorato la maglia che portiamo addosso per tutta la stagione ma crediamo che sia giunto il momento di rendere pubblico il nostro disagio di lavoratori non retribuiti. La società teramana denuncia da tempo una grave crisi economica e il patron Lino Pellecchia, dirigente di riferimento, più volte ha dichiarato pubblicamente che sulle casse societarie pesa l’enorme buco della gestione precedente, in cui lo stesso Pellecchia era dirigente assieme al presidente Carlo Antonetti. Già per motivi economici a inizio anno la guardia Goods aveva preferito rientrare negli States e qualche velato malcontento era serpeggiato in squadra. Ciononostante, la squadra aveva ribadito fiducia nella dirigenza e aveva proseguito nel suo impegno fino alla salvezza raggiunta. Rispetteremo i colori biancorossi fino alla fine di questo campionato ma denunciamo con amarezza la mancanza di rispetto per il nostro lavoro e per la nostra professionalità. Abbiamo aspettato invano risposte sul nostro futuro e non riceviamo quanto ci è dovuto da troppo tempo”.

 

NBA, i giocatori puntano tutto sulla giustizia del Minnesota

Dopo mesi di febbrili e inutili trattative, con il conseguente scioglimento del sindacato, i giocatori Nba hanno deciso di adire le vie legali.  Le stelle del basket a stelle e strisce avevano intrapreso due azioni legali, una in California e una nel Minnesota, contro la Nba per violazione delle norme antitrust. Nella giornata di eri, però, il legale David Boies ha annunciato che la denuncia presentata in California è stata ritirata, perché si punta forte su quella nel Minnesota dove i tempi dovrebbero essere più brevi. In realtà, secondo la Nba e i proprietari delle franchigie, la scelta dei giocatori non avrebbe nulla a che fare con la tempistica, ma col fatto che nel Minnesota la giustizia tempo addietro si espresse a favore degli atleti della NFL durante il lock-out che aveva fermato il campionato di football. Tra i firmatari dell’azione legale i vari Carmelo Anthony, Kevin Durant, Rajon Rondo e Steve Nash con la prima udienza che dovrebbe tenersi a metà dicembre.

NBA, i giocatori rifiutano la proposta dei proprietari. Ed ora la palla passa ai legali. E la stagione é ad un passo dal saltare

Ancora una volta nessun accordo ed ora l’intera stagione NBA é ad un passo dal baratro. I giocatori hanno infatti rifiutato l’ultima offerta dei proprietari delle franchigie sul rinnovo dell’accordo collettivo e subito dopo di sciogliere il sindacato, portando la Nba in tribunale. “Siamo pronti a promuovere un’azione per la violazione delle leggi antitrust contro la Nba“, ha dichiarato Billy Hunter, direttore esecutivo del sindacato. “E’ la decisione migliore per i giocatori – ha aggiunto il presidente Derek Fisher In molti, a livello individuale, hanno tante cose in gioco in termini di carriera e di posizione e crediamo che sia importante che tutti i giocatori, non solo quelli in questa stanza ma l’intero gruppo, ottengano un accordo per tutti coloro che arriveranno nella Nba nei prossimi dieci anni e anche oltre“. L‘ultimatum imposto dal commissioner David Ster che intimava ai giocatori di accettare l’ultima proposta, pena il presentare una nuova proposta ancora meno vantaggiosa, non ha avuto i suoi effetti essendo stato giudicatoestremamente iniquo“: per il sindacato dei giocatori, dunque, il fatto che in caso di risposta favorevole la stagione sarebbe partita il prossimo 15 dicembre, con un calendario di 72 partite per squadra contro le 82 previste, non ha avuto alcun valore. Hunter ci ha tenuto a sottolineato che negli ultimi due anni il sindacato ha trattato sempre in buona fede e ha ceduto su molti punti, al contrario invece dei proprietari: “i giocatori non hanno intenzione di accettare alcun ultimatum“. Per Fisher, dunque, non c’è più spazio per trattare: da qui ha preso corpo la decisione estrema di sciogliere il sindacato e portare la battaglia in tribunale, citando i proprietari con l’accusa di violazione delle norme antitrust. “Probabilmente l’azione legale scatterà nei prossimi due giorni“, ha detto ancora Hunter, mentre Fisher ha dichiarato che “da ora questa è diventata una questione legale e dovrete fare le domande ai nostri legali“. E’ rottura totale tra le parti e non solo per quanto concerne la questione della ripartizione dei ricavi, con la Lega disposta ad offrire il 50% (salvo poi minacciare di tornare al 47% in caso di risposta negativa): a non convincere del tutto i giocatori é stanto anche la nuova struttura del salary cap che avrebbe limitato le loro opzioni di scelta una volta diventati free-agent. A questo punto il rischio che salti l’intera stagione Nba è sempre più reale.

NBA, oramai siamo arrivati al “prendere o lasciare”: stagione appesa a un filo

Prendere o lasciare“. Saranno ore decisive le prossime per il futuro della stagione Nba, con i giocatori che nella giornata di domani si incontreranno a New York per esprimersi sull’ultima proposta presentata dai proprietari delle franchigie per firmare o meno il rinnovo del contratto collettivo e porre così fine al lock-out. Bill Hunter, direttore esecutivo del sindacato, ha dichiarato che l’offerta sarà messa domani ai voti anche se con qualche modifica: ma il fronte resta comunque spaccato. Da un lato ci sono i giocatori che vorrebbero lo scioglimento dello stesso sindacato, dall’altro quelli che non hanno alcuna intenzione di accettare l’ultima offerta dei proprietari perché la ritengono identica alla precedente anche se il commissioner, David Stern, ha già annunciato che in caso di ennesimo rifiuto la prossima proposta non sarà dello stesso tenore di questa, bensì ancora inferiore. In pratica, a fronte dell’attuale 50% dei ricavi sul tavolo della trattativa (o in alternativa una percentuale oscillante tra il 49 e il 51% legata all’andamento degli affari), i proprietari faranno un ulteriore passo indietro offrendo ai giocatori il 47% iniziale.

NBA, il lockout prosegue: altre gara cancellate. Nessun accordo tra proprietari e giocatori

Nemmeno il terzo meeting convocato negli ultimi tre giorni ha visto al tavolo la presenza del commissioner David Stern, costretto a seguire le trattative dalla sua casa per colpa di un attacco influenzale. E proprio quando sembravano emergere all’orizzonte nuove speranze di un possible accordo, è arrivata l’ennesima fumata nera, che ha nuovamente rimandato i prossimi colloqui a data da destinarsi. Da un punto di vista prettamente pratico, questa nuova frenata dovrebbe comportare come conseguenza la cancellazione di nuove settimane di stagione. Se dunque l’inizio della stagione era slittato al 15 novembre, è quanto mai probabile che adesso l’asticella verrà spostata ancora più in là. Come detto, era inizialemnte emersa la disponibilità ad arrivare ad un accordo per la divisione a metà dei proventi (ma quest’anno i giocatori incassavano il 57%), dato che i proprietari delle franchigie hanno più volte ribadito e lasciato intendere, che non concederanno ai giocatori più del 50%. Ma dal sindacato dei giorcatori è arrivato un altro no, tanto che il responsabile dell’Associazione Giocatori, Billy Hunter, ha spiegato: «I proprietari hanno detto che se non arriviamo al 50%, le discussioni non proseguono».

Serie A, i giocatori pronti a pagare il contributo di solidarietà. E la Nazionale si allena a Roma in vista degli Europei

Per fortuna, non tutto lo sport italiano porta con sé i toni e le nevrosi del mondo del calcio. I giocatori di basket, ad esempio, si sono detti subito pronti a versare il contributo di solidarietà previsto dal governo nella nuova manovra economina appena varata, a causa della gravissima crisi economica che ha colpito l’intera Europa: “Se la legge dice che dobbiamo pagare, noi paghiamo“. Punto. Per quanto riguarda il triennio 2011-2013 infatti, è stato predisposto un prelievo del 5% per la quota di reddito che eccede i 90.000 euro e del 10% per la quota che supera i 150.000 euro. La misura, che é stata inserita nel decreto che sarà all’esame del Parlamento in questi giorni, ha creato il solito ginepraio di discussioni infinite nei club e nei giocatori di calcio della massima serie. Nella pallacanestro, come detto, la situazione è molto più serena e limpida. Giuseppe Cassì, presidente della Giba (Giocatori Italiani Basket Associati), ha infatti dichiarato: “I contratti dei giocatori di basket sono al lordo. Quindi il contributo di solidarietà è a carico del lavoratore. Non c’è nessun problema, non ci sono discussioni“. Restando sempre in casa nostra, é notizia di oggi che a Nicolò Melli, ala-centro dell’Olimpia Milano, è stato consentito di lasciare il raduno della Nazionale, in questi giorni al lavoro a Roma per effettuare la preparazione ateltica in vista degli Europei. Melli è infatti alle prese con una fastidiosissima fascite plantare al piede destro. La Nazionale è come detto rientrata a Roma negli scorsi, tornando ad essere nuovamente ospite del Centro Coni dell’Acqua Acetosa, dove ha preso il via l’ultima fase di preparazione in vista degli Europei, dopo la vittoria nel torneo di Rimini, ottenuta battendo in finale la Grecia: ora, é in programma una settimana di fitti allenamenti prima dell’ultimo vero test, il torneo dell’Acropolis di Atene, dal 23 al 25 agosto. Poi, il 28, la partenza per la Lituania, via Riga.