I Bulls hanno offerto il ruolo di assistant-coach a Brian Scalabrine

Il rosso che ha giocato 7 gare con la Benetton ci pensa, ma vorrebbe continuare a giocare. Brian Scalabrine, protagonista di una breve ma interessante parentesi italiana quando un anno fa giocò 7 gare per la Benetton durante la serrata dei proprietari, appenderà  le scarpe al chiodo e diventa l’assistente di Thiboudeau  ai Bulls?

Dopo 11 anni  di NBA è stata offerta questa prospettiva al “rosso” che piace, perché è uno dei giocatori più amati dal pubblico (ma anche dai compagni)  durante la sua carriera con i Nets, i Celtics e i Bulls. Nelle ultime due stagioni è stato un giocatore di complemento con 1,1 punti, 0,4 assist e 0,6 rimbalzi, i club vogliono risparmiare per puntare sulle star.

Brian Scalabrine lascia la Benetton Treviso: vuole l’Nba

E’ addio: Brian Scalabrine e la Benetton Treviso hanno ufficializzo la separazione con rescissione del contratto che legava il lungo alla squadra veneta. L’americano ha scelto di tornare in America e cercare un contratto con un club Usa in vista dell’imminente inizio della Nba. Il comiunicato del club trevigiano:

“Alla luce del nuovo scenario Usa, con la imminente riapertura del campionato NBA, la Benetton Basket ha accolto la richiesta del giocatore Brian Scalabrine di interrompere il contratto con la società trevigiana e tornare negli Stati Uniti”.

E’ ancora il club trevigiano a illustrare i prossimi passi mossi dalla società e portati avanti da coach Sasha Djordjevic: l’idea è quella di tornare all’idea base con cui si era partiti, ovvero allestendo un roster formato da quattro comunitari, due americani e un italiano:

Basket, delude il sabato in tv. Si cambia orario!

  • IL PUNTO – Poco più di 104 mila spettatori e lo 0,7, il basket  inferiore alle attese  e La7 per  questo  La7 anticipa alle 16.10  dal prossimo sabato volendo un traino forte per il suo Tg. E scende in campo Petrucci: “Basket, devi cambiare!”
  • Ammucchiata in testa. Sarà vero equilibrio?  Solo squadra ancora al palo, la neo-promossa Casale,  anche se accarezza  il sogno di battere una Milano  che trattandosi di Armani è ancora “imbastita”, senza contropiede e intanto si rafforza con Oliver Stevic, 25 anni, 2,05, sloveno di confine in arrivo da Oldemburg.
  • Chi sale al vertice della classifica, soffre della sindrome della “palla avvelenata”.  Nei ranghi era rientrata subito  Cantù a 30 anni dall’ultima volta che aveva guardato tutti dall’alto, è successo altrettanto a Caserta, perché  a Varese  Carlo Recalcati ha sconfitto l’allievo Pino Sacripanti  al quale affidò la Under 20, l’unica squadra azzurra ad aver portato due medaglie nell’ultimo lustro, quello del declino.
  • Caserta è stata perciò  defraudata da un legittimo diritto di figurare come la vera  capolista dopo 4 giornate, colpa non solo del  campionato dispari, della A con 17 squadre, alla faccia del codicillo della discussa Convenzione Lega-Fip che specificava che mai questo sarebbe successo.   Avendo l’Alta Corte di Giustizia Sportiva ammesso a tavolino  in extremis Venezia  – facendo saltare il principio del diritto sportivo acquisito sul campo –  di fronte al pericolo di  una “prospettiva falsata” era scontato che la Lega fornisse per questa stagione il ranking stile America. Puntualmente  sempre in ritardo sui tempi, troppo incardinata su logiche  assai lontane da una “par condicio” a suggello dell’equilibrio competitivo, magari un salary cap che le bigs però non vorranno mai con la scusa della minor rappresentatività nelle Coppe,  questa Legabasket  dovrebbe provvedere opportunamente  a fornire una classifica reale , basata sulle percentuali vittorie-sconfitte. Come fanno gli americani. Si sarebbe evidenziata che  la vera   capolista del campionato dei giganti   dopo 4 turni era  la  Juve del basket, e cioè Caserta. Fatto promozionale di non poco conto. Diritto e premio  rimasto purtroppo  sotto traccia col sistema della classifica legata ai 2 punti,  e  che in  un sistema basato sul valore dell’immagine e il rapporto con gli sponsor, sempre più carenti di questi tempi, contribuire a creare anche un indotto, un valore aggiunto.

3a A1/ Sidigas Avellino – Benetton Treviso 83-75

A1 terza giornata:
Sidigas Avellino – Benetton Treviso 83-75

Anticipo in tivvu, l’A1 riparte dall’Irpinia. Che è verde come le maglie della Sidigas ma sarebbero altrettanto verdi quelle di Treviso tinteggiate da Benetton. Allora succede che: bianchi i locali, in verde rimane solo la squadra ospite. Due notizie relative alle ultime ore. Proporle è doveroso ancor prima di raccontare la gara. La prima: Ettore Messina raccoglie l’assist dei giornalisti e dice che sì. Capisce la volontà della famiglia Benetton di disimpegnarsi dal basket che conta. Poche soddisfazioni. La seconda: Ron Slay entra di prepotenza a far parte del roster di Vitucci e, dopo la fuga di Troutman (volato via dai crucchi), è notiziona che ritempra i supporters di casa, come al solito capaci di colorare e riempire il PalaDelMauro.

Detto ciò, quella tra le due formazioni era annunciata come sfida tra imprevedibilità (quella di Avellino, capace di fare bello e cattivo tempo) e gioventù (la stessa che fa della squadra di Sasha Djordjevic una delle formazioni con margine di miglioramento maggiore). In comune: l’ottima performance da tre punti. E, per chi non se ne fosse accorto, è immediata la volontà di Jurica Golemac nel farlo intendere. Pronti via, bomba per Avellino. E, pronti via, replica dai 6,25 m di Treviso: ci pensa Brian Scalabrine. Prima parte della prima frazione di marca locale: il break iniziale (11-3) lo portano a compimento Linton Johnson e Taquan Dean. Se poi Treviso azzera il vantaggio di casa (13-13 a 2′ dalla sirena), il merito è di Jeff Adrien e di “mano calda” Alessandro Gentile (da 3). Vlad Moldoveanu e ancora Johnson rimpolpano il punteggio: 18-19 alla fine del parziale. E certo, dimenticavamo lui. Slay: che si presenta appena prima che la sirena faccia il proprio dovere:

“Hello, Avellino. This is Ronald”.

 

 

Benetton Treviso, il roster 2011/2012

Sasha in panchina è un piacere, roba che ne beneficerà l’intero ambiente della pallacanestro. Perchè l’ex campione di Milano porta in dote alla Benetton Treviso un’esperienza enorme che potrebbe essere il valore aggiunto per la formazione veneta ma conserva in bagaglio anche una spiccata grinta e una fortissima personalità: il basket italiano saprà farne buon uso.

Gli allenamenti al Palaverde sono ormai in fase avanzata e sono serviti a impostare il percorso affinchè l’amalgama tra vecchi e nuovi, tra conferme e innesti possa compiersi in maniera significativa. Roba tutt’altro che semplice, come hanno mostrato le prime amichevoli di stagione: l’ultima sconfitta in particolare – rimediata contro la Vanoli Braga Cremona – hanno già messo il coach nelle condizioni di bacchettare i suoi, rei di sacrsa attenzione: