Basket in tv, consigli per il 2012

Un “chiaro”  ritorno alla Tv di 15 anni fa. Consigli utili per rendere più spettacolare il campionato di basket del2012:

“Non sono cattiva, è che mi disegnano così”.  Jessica Rabbit da “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.

  • E’ capitato che qualche amico che mi conosce bene abbia letto qualcuna di queste note di basket televisivo  e sia rimasto stupito che una persona conosciuta per moderazione e mitezza vada giù, spesso, di mannaia anziché di fioretto. In realtà uso il fioretto,  perché il basket, ancorchè in chiaro, viene allegramente massacrato e se usassi strumenti più energici passerei per il cattivo invidioso per non poter più dirigerne le riprese.
  • Cattivo, proprio no. Invidioso (da dizionario: sentimento che si ha nei confronti di persone che possiedono qualcosa che non si può avere) sì,  ma anche frustrazione (stato psicologico dato anche dalla mancata soddisfazione di un bisogno). Nel mio caso di regista televisivo l’invidia è verso i miei colleghi di RaiSport e La 7 che stanno lavorando sui campi dove per 18 anni ho razzolato io, e la frustrazione… bè quella è per i risultati ottenuti. Ci fosse stato un cambio di testimone in positivo mi sarei dedicato serenamente ad altre attività, ma per come viene trattato questo basket che in cuor mi sta.

Voti alla A1 del 2011: quando il basket risponde picche

Il campionato di basket A1 arriva a fine anno con i palazzetti affollati grazie anche al lock out ma la doppia telecronaca non produce l’effetto voluto: ecco perché

E cioè Cuori, Quadri, Fiori e Picche: l’ordine dei valori nelle carte da gioco e anche il valore di questo basket in questa stagione ancora lontana dallo scollinare la sua metà. Anche se il Natale ha sorpreso con regali non graditi (da Milano in piena digestione da cenone Top 16) o graditissimi, ovviamente da Cantù che oltre a essere motivata dalla voglia di riprendersi dalla striscia di sconfitte e dal battere Milano si è trovata sul piatto del dolce un avversario distratto e scarico. Ma di questo ne trattiamo dopo… Per me, Giancarlo Fercioni, regista di professione, appassionato di basket a tempo pieno e scribacchino part-time, mescolando il mio  mazzo di carte, novello cartomante ne estraggo alcune.

  • ASSO DI CUORI: per il pubblico, quello sugli spalti, quello che è tornato ad applaudire le squadre sui vari campi, a vedere di persona i propri beniamini perché la televisione è bella, divertente, a volte anche istruttiva ma non deve sostituire la realtà…. E se poi la qualità è quella vista sinora, ragione di più.
  • TRE DI CUORI: nella briscola è carta importantissima, ma non quando gli altri calano altri semi: il Lock Out NBA. E’ stato un ottimo richiamo, ci ha aumentato esponenzialmente la visibilità permettendo di dare visibilità anche su chi sembra quasi refrattario al Basket e cioè le TV Mediaset. Facendoci rivedere volti noti e meno noti sui nostri campi l’appeal sembrava quasi quello del “Contrattone De Michelis”. Poi qualcuno ha calato picche facendo morire l’interesse con prodotti televisivi rivedibili, qualitativamente e quantitivamente e i numeri hanno mostrato quanto nudo fosse il re.

I tifosi scelgono il basket nei palazzetti anziché in tv

  • Più gente nei palazzetti, commenti migliori ma 154.000 telespettatori su La7 al sabato pomeriggio e 108.000 sulla Rai domenica sera

Di Giancarlo Fercioni*Un mondo dove la gente ha voglia ancora di uscire, incontrarsi, divertirsi insieme e non andare negli stadi (o nei palasport) solo per sfogare rabbie e frustrazioni represse. Un mondo dove non  ci preoccupiamo di ammalarci anche per la paura di non essere in grado di curarci ( o curarci male, ch’è ancora peggio). Un mondo dove sappiamo sempre come arrivare alla fine del mese…

  • Lo stesso mondo dove a scuola si insegna ad essere soprattutto civili, dove s’insegna il rispetto reciproco e la competizione è soprattutto corretta e sportiva… E in particolare s’insegna lo sport. A praticarlo. Non solo a guardarlo in televisione modello Fracchia con “frittatona con cipolla, birra ghiacciata e rutto libero…” ! E la televisione è un compendio, un’aggiunta importante  ma non essenziale, del quale dobbiamo far uso nel modo giusto  e dal quale è importante ricevere un prodotto giusto, che faccia vedere bene e capire altrettanto bene.

In Tv il basket ripreso in contromano

Aspettando che le telecronache del fine settimana siano in grado di offrire il miglior linguaggio possibile per far salire l’interesse attorno al nostro amato sport…

  • Finora abbiamo chiacchierato di diversi temi, fatti e misfatti delle riprese televisive di questo sport (per citare Aldo Giordani, che in cuor mi sta). Ora vorrei cogliere l’occasione, grazie alle ultime due partite, di entrare nel merito del linguaggio nelle sue 3 accezioni: quello televisivo, quello tecnico e quello verbale. Sono i tre elementi che contribuiscono a far apprezzare o meno qualsiasi diretta televisiva, a farla sembrare “giusta” o “sbagliata” anche se spesso non sappiamo il perché.
  • Butto lì alcuni elementi che possono aiutare a spiegarmi meglio, chi guarda da casa deve capire quello che succede quindi: tecnicamente le immagini devono essere comprensibili, ben visibili e definite. Televisivamente devono essere “oneste”, cioè raccontare i fatti nonché dare l’idea della continuità spaziale e temporale. Verbalmente devono essere coerenti con le altre due, oltre che qualitativamente accettabili.

Più Tv per il basket, l’occasione giusta

Ciao, eccomi.

Io e il mio collare da cervicale…lui mi ha aiutato a stare sveglio nei (pochi, devo essere onesto) momenti noiosi delle partite viste in tv.

La seconda settimana il menù del capionato proponeva un antipasto tradizionale come Pesaro-Milano e la pietanza era novelle cuisine Avellino – Bologna Virtus. Sulla carta un buon pasto, e sul video?

Danno d’immagine

Questa settimana La 7 batte Rai sport grazie anche alla differenza dell’immagine data dai palazzi. L’Adriatic Arena di Pesaro è un bellissimo impianto nato quando la Scavolini faceva sold out fisso nel vecchio Palazzetto con tanto (forse troppo a sentire il tifoso pesarese medio) spazio, tantissima luce e quindi immagini più dettagliate. Il PalaDelMauro per quanto adeguato in tempi di coppe europee rimane un impianto ottimo per chi va al palazzo ma (eufemismo) poco televisivo: luci poche e a macchia di leopardo con “buchi neri” in diversi punti del campo di gioco rendono difficili riprese omogenee. In più il palazzo  è stato verniciato con il colore sociale della squadra, verdone scuro, che non aiuta. Se poi ci mettiamo il service che accentua il contrasto delle telecamere (perché?) invece di attenuare l’effetto maldifegato/verdino sui volti dei giocatori…

Le due partite