Play off Nba, Gallinari ferma Bryant, Denver guastafeste?

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Denver rompe il ghiacco con la doppia-doppia di Faried e McGee  e spera nel 2-2, Chicago ancora battuta da Filadelfia con la sorpresa di Spencer Hawes, tripla di Rondo dopo la squalifica porta in vantaggio Boston su Atlanta decimata

Dopo lo 0-2 di Los Angeles, Denver passa per la prima volta in vantaggio con un reverse in sottomano di Gallinari dopo 8 minuti e la squadra di George Karl dimostra di saper vincere anche senza stare sopra i 100 punti, di avere nel suo bagaglio anche un’ottima difesa che tiene i Lakers sugli 80 punti e blocca Kobe Bryant.

Dopo aver segnato 31 e 38 punti nelle prime due gare, Black Mamba ne fa solo 22 , costretto a forzare il tiro (3/10 da 3, 7/23 in totale, 6 palle perse) cerca di portare la sua esperienza alla squadra (6 rimbalzi, 6 assist) che però  restituisce i 15 punti di scarto di gara1, un segnale che Denver può recitare il ruolo di guastafeste e portare il match in parità domenica notte in gara4.

Denver ha vinto anche il duello di nervi, quando perso Harrington per una gomitata involontaria di Bynum in un momento difficile ha saputo reagire e staccare i Lakers battuti su tutta la linea, anche sui rimbalzi (ben 54) con due giocatori in doppia-doppia, la conferma della sorprendente stagione di Kennet Faried, con Kyle Irving (Cleveland)  miglior matricola, e della metamorfosi di JaVale McGee rispetto alla prima parte della stagione con Washington, un altro capolavoro del vecchio pirata George Karl ingiustamente trascurato nella votazione per il coach dell’anno, cosiccome il Gallo è stato ignorato in quella per il “Giocatore più progredito” che ha visto il successo di Ray Anderson, ala forte di Orlando, davanti a ben due giocatori europei, il turco Ersan Ilyasova (Milwaukee) e il montenegrino Nikola Pekovic (Minnesota).

Gallinari ha saputo essere decisivo ancora una volta in una serata tormentata per quanto riguarda il tiro (3/11, 0/3 dall’arco), ha chiuso in doppia cifra con 7/8 ai liberi confermandosi uno dei maggiori specialisti, al solito ha fatto giocate topiche, importanti per dare spinta alla squadra, oltre a 6 rimbalzi e assist. Sta tirando meno bene del sorprendente playoff dell’anno passato, quando arrivò da New York,  ma ha aumentato nel punteggio e soprattutto come presenza.

Grande festa al Pepsi Center, Denver con Mozgov tornato in quintetto come centro al posto di Koufos, ha vinto una grande battaglia, e con i 30 rimbalzi complessivi e la doppia doppia di Faried e McGee e la cessione di Nenè ha dimostrato ancora una volta di aver fatto operazioni di mercato indovinatissime, perché i Nuggets non hanno i budget dei Lakers, dei Knicks o di Miami.

Nelle altre gare con super-Garnett, l’indistruttibile Pierce in una serata difficile nel tiro e u8na fantastica tripla di Rajon Rondo quale riscatto al turno di squalifica, Boston si è portata in vantaggio su Atlanta che non bastassero già le assenze di Al Horford e del georgiano Zacha Pachulia, i due lunghi titolari, ha perso anche Josh Smith ed è rimasta a galla con Marvin Miller (11 rimbazi) nello starting five  e riscoprendo Tracy McGredy finito nell’anonimato dopo essere stato un grande con la maglia dei Magic, quando in una stagione segnò 32 punti di media guadagnandosi anche più volte il ruolo di titolare nell’All Star Game.

Chicago non ha superato lo choc e  perso di 5 punti contro Filadelfia che ha avuto cifre peggiori, come l’1 su 14 da 3 e anche in generale, con un problema fisico di Iguodala ma ha confermato la buona organizzazione, il talento dei suoi giovani e messo sul piatto della bilancia la prestazione più sorprendente della giornata, quello di Spencer Hawes, il maxi-gigante bianco preso due stagioni fa da Sacramento che ha segnato 21 punti contro i 5 di media della stagione. Il cognome Hawes riporta al più celebre zio, per 10 anni star della NBA prima di vestire la maglia della gloriosa Reyer Venezia. Bei tempi, oggi ci dobbiamo accontentare dei passaportati, in molti casi americani riciclati al mercato dell’Est.

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