Play off Nba Kobe 34 punti, ma la Gallinari-band vince a Los Angeles

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Playoff-NBA: annullato il primo match ball contro Chicago e Atlanta e Denver in trasferta, ancora 5 incontri in bilico per il 1° turno, fuori Dallas campione rischiano i Bulls.

Già qualificate Oklahoma che ha messo fuori 4-0 i campioni uscenti di Dallas, San Antonio (4-0 con Utah) e Indiana (4-1 con Orlando nonostante la sconfitta casalinga iniziale), hanno annullato il match ball Denver a Los Angeles coi Lakers, e Atlanta e Chicago in casa con Boston e Filadelfia. Stanotte il match ball passa nella mani di Miami contro New York, e dei Clippers a Memphis che ha perso 2 volte di 1 punto e nel totale è sotto 1-3 pur avendo un saldo attivo coi rivali, tanto per dire dell’equilibrio di questo match.

Giovedì secondo match ball invece per Boston, Filadelfia e Lakers che hanno sprecato il primo, staremo a vedere se Chicago riuscirà a recuperare Noah, assente ieri notte per una distorsione alla caviglia in gara4, ed evitare di essere la prima squadra nella storia della NBA a vincere la regular season e venire eliminata dall’8.a. E se Denver riuscirà a portare alla bella i Lakers coi quali aveva perso l’anno passato alla  prima tornata, con la cessione di Anthony e l’arrivo di Gallinari al suo primo playoff in carriera.

L’impresa del giorno è certamente firmata da Denver che cominciato con 2 sconfitte nette con la squadra più titolata della NBA,  ha vinto con autorità la prima in casa, perso la seconda di in soffio  e sull’orlo del baratro ha fornito una prova di carattere. Ha chiuso in vantaggio i primi 3 tempi ( 26-23, 23-20, 27-22)  con Gallinari a confermasi prezioso collante della squadra., e con 11 punti di vantaggio all’inizio del quarto (96-85)  grazie al sorprendente dominio sotto i tabelloni (58 a 44) in virtù dell’esplosione definitiva di JaVale McGee, un poche settimane passato dalle delusioni di Washington alle doppie-doppie decisive in Colorado, ha saputo resistere alla rimonta dei Lakers che ha messo sul piatto della bilancia i 43 punti di Kobe Bryant, il maggior punteggio individuale di questo playoff (precedente 41 di Anthony in gara4 contro Miami, primo successo dopo 13 sconfitte nei confronti diretti!).

Coi Lakers in piena rimonta (21-8) nel quarto tempo, l’impareggiabile vecchione della regia Andre Miller, 36 anni fra 10 giorni 12 anni di carriera e 1045 gare sulle spalle ha subito un fallo di Session e dato fiducia con 2 liberi alla sua squadra  che si è salvata da due tiri da 3 punti finali di Kobe e Session. “Grazie a Dio ci è andata bene, francamente non pensavo di vedere la mia squadra avanti in doppia cifra a Los Angeles anche se ero convinto fosse un confronto ancora aperto”, confessa George Karl che ha avuto anche la soddisfazione di superare i 100 punti contro la squadra di un coach come Mike Brown che difende duro per tutto la gara.  Grandissima attesa, giovedì notte, al Pepsi Center, per un’altra rocambolesca stagione che ha dato i suoi frutti sia per il lavoro in palestra e sul campo e con l’operazione di mercato indovinatissima quando in virtù del contratto da 42 milioni di dollari per Gallinari i Nuggets hanno dovuto alleggerire il budget cedendo il gigante brasiliano Nenè, il miglior attaccante, a Washington in cambio di un giocatore controverso ma con un grande potenziale come il giovane McGee migliorato di gara in gara, fino alle due “doppie doppie” contro i Lakers,  naturalmente senza scordare il lancio riuscitissimo di Kennet Faried che potrebbe essere il rookie dell’anno in base al rapporto fra le sue prestazioni e i risultati della squadra, anche se verrà premiato Kyle Irving più considerato dal rasta-man di Denver quale scelta n.1 del draft e la funzione di uomo-guida nella squadra di Cleveland che non ha avuto una buona stagione, anche se causa delle numerose assenze del suo gioiellino.

Preziosi ma alla fine inutili i 43 punti di Kobe,  venuto fuori alla fine dopo un inizio incerto, e comunque una vera calamita, capace di tirare più di un terzo dei tiri del’intera squadra (14/32) che ha avuto un cedimento nei lunghi col confronto diretto che Andrew Bynum ha perso contro McGee, anche se l’eroe è stato alla fine Andree Miller in una serataccia di Harrington (0/7) e Ty Lawson (9 punti, 4/12) arrivato questa stagione a essere All Star. Kobe ha comunque dato alla squadra anche rimbalzi e assist, ed è stato il più pericoloso trasformando i falli subiti in 10 su 11 liberi.

Filadelfia sempre ispirata da Holiday, rivelazione dei playoff, non è riuscita a fare il colpo di qualificarsi per la prima volta dopo 9 anni, il suo centro Hawes ha contribuito a far tremare i Bulls con una doppia, ma Iguodala ha problemi fisici e i soli 69 punti sono la foto di cattive percentuali di tiro (25/78, 32%, 2/11 da 3, il 18%) generali, salvo il sempre positivo Lou Williams col suo mestiere e la sua flemma.

Rajon Rondo nell’ennesima doppia-doppia della sua carriera subisce la beffa della nemesi: recuperato un passaggio troppo corto per Josh Smith, invece di attaccare subito la difesa avversaria per l’ultimo tiro, indugia sulla lettura e sul palleggio, pressato dal difensore verso  la linea del’out  deve forzare il passaggio sul quale arriva disperatamente con le nocche della mano proprio Smith, stravolto dalla fatica. E Atlanta dopo il rovescio di gara4 vince di un punto, grazie al ritorno i9n campo dopo 4 mesi di Al Horford. E i 19 punti e 11 rimbalzi della star dominicana sono davvero una grande impresa, ma difficilmente Boston risparmierà al Garden i Falchi privi di un lungo tosto come il georgiano Pachulia.

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