Nba, Miami ko e Chicago prima, Gallinari festeggia i playoff

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Chicago batte Dallas campione uscente con una gran partita (22 punti, 4/7 da 3)  di Luol Deng, Sudanese cittadino di Sua Maestà Britannica, oltre a 19 punti di Rip Hamilton e il ritorno di un  Derrick Rose non certo all’altezza del MVP della passata stagione e grazie al colpo imprevisto di Washington a Miami festeggia con 48/16 il primo posto all’Est a due gare al termine della Regular Season.

La NBA-no stop, quasi un ritmo sacrificale per effetto dello sciagurato sciopero che costerà la presidenza dei giocatori a Derek Fisher il quale però ha deciso di non fare un passo indietro di fronte a 8 voti contro e nessuno a favore del suo direttivo, ha fatto un’altra vittima illustre.  Serata disgraziatissima per Miami, mentre Cartier Martin  si è trovato a recitare il ruolo di re per una notte, 22 punti, una serie di tiri da 3 (4/8, 8/15 in totale) , come quello decisivo a 4’ dalla fine che hanno dato ai Wizard, la penultima formazione della NBA con sole 17 vittorie, la carica nervosa per crederci.  Il canestro decisivo che vale la terza vittoria consecutiva per la squadra di Wittman è stato firmato però  a mezzo secondo dal termine dal brasiliano Nenè su un’entrata e scarico di John Wall, giovane guardia con un grande futuro.

Il moro battezzato col  nome del famoso gioielliere Cartier è   uno dei tanti personaggi passati da Treviso perché la Benetton lascia il basket questa stagione con l’orgoglio di un bel primato, essere stata la squadra maggior fornitrici della real casa della NBA,  a cominciare da Andrea Bargnani n.1 del draft 2006 senza dimenticare i due coaches D’Antoni e Del Negro o Scalabrine che ha trovato un posto nel roster dei  Bulls. Cartier, diplomato in scienze sociali a Kansas, era stato pescato dalla Benetton in Turchia, a Treviso nella stagione 2008-2009 segnando 9,9 punti e con 2,7 rimbalzi, ha giocato con contratti e gettone negli ultimi due anni fra squadre di bassa classifica, Charlotte, Golden State e Washington che alla fine gli ha offerto un garantito, e vive la sua favola di aver battuto LeBron 22 a 9 a Miami…

Miami ha bevuto fiele fin dal primo istante, incassato persino  un canestro da 3 punti  di Crawford due metri dietro la metà campo, segno che non era serata, priva dei  lunghi Bosh e Turiaf infortunati, Le Bron  a mezzo servizio (9 punti, 3/9, 3/6 da 3, 3 rimbalzi, 1 assist)  e sceso in campo ad onor di firma e la perdita dopo 2 minuti e 40” di Dwayne Wade, una delle due principali star, per la slogatura di un dito della mano.

Psicologicamente è stata una botta fatale per la squadra  di coach Spoestra che battendo i Bulls nella gara precedente  aveva acceso le speranze dei suoi tifosi per il primo posto. L’infortunio di Wade e i problemi fisici possono pesare sui playoff che cominciano fra una settimana, anche se il problema di Wade non riguarda  la sinistra e non la mano che utilizza per il tiro.

Altra impresa-pirata di Denver, record di punteggio e in trasferta (118 punti),nella gara che manda i Nuggets per il 9° anno consecutivo nei playoff.  Decisivo il duello fra i due registi: Ty Lawson, fino a novembre un giocatore poco entusiasmante dell’Euroleague con la maglia dello Zalgiris Kaunas. Con 29 punti (10/6, 5/5 da 3, 10 assist) il neo-All Star  ha avuto la meglio nel duello diretto sull’intramontabile Nash (5 palle perse, ben 16 nelle ultime 3 gare) che si è consolato portandosi al 5° posto con 9.888 punti dietro Oscar Robertson nella classifica dei grandi assist-men della NBA. “Nash rimarrà per sempre il mio idolo”, ha dichiarato Lawson senza voler infierire  su questo  passaggio di consegne che suggella col successo di Phoenix anche il sorpasso sui campioni di Dallas, per cui i Nuggets si piazzano al  6° posto.

Gallinari paga una stagione pesantissima, fra gli europei con la nazionale, l’impegno con l’Armani fino al 13 dicembre, e travagliatissima per gli infortuni, prima  alla caviglia e poi alla mano. Tanto lavoro, tanta fatica, un comprensibile  appannamento al tiro anche se rimane l’ago della bilancia della squadra di George Karl che ha giocato una gara perfetta, sempre avanti di 10 punti.

Il Gallo ha segnato 13 punti, 5/13, 1/3 2 liberi su 2, 4 assist, 2 rimbalzi, 2 recuperi e 2 stoppate, grandi giocate per Kennet Faried, matricola di lusso, 18 punti, 14 rimbalzi, una delle principali novità della stagione anche se Rookie of The Year sarà alla fine Kirye Irving.

Da segnalare, per quanto riguarda Phoenix che può ancora sperare di acciuffare Utah (che ha battuto Dallas prima di Jason Kidd)  se  vince martedì a Salt Lake City e mercoledì batte San Antonio, i 28 punti di Shannon Brown. Giocatore lunatico,a più facce,  arrivato in Arizona per vie traverse,dopo essere stato scelto al n.25 da Cleveland e aver girato diverse squadre Charlotte, Chicago, la D-League, vinto 2 titoli NBA e partecipato al concorso della schiacciate in un All Star Game. Alto 1,93, 26 anni, di buona scuola (Michigan State), 16 gare come starter su 56, considerato un buon difensore, è sempre sotto esame, e difatti nella serata in cui ha battuto il suo record di punti  si è preso anche delle critiche..

Serata di gioia anche per Filadelfia che ha vinto a Indianapolis con la squadra più in forma e terza all’Est, anche se Milwaukee potrebbe teoricamente ancora superarla nello sprint finale all’8° posto  nonostante la squalifica di due giornate di Larry Sanders per aver tentato di aggredire un paio di giocatori a Indiana nella gara persa 109-118.

Risultati sabato 21 aprile: Phoenix-Denver 107-118, Indiana-Filadelfia 106-109, Miami-Washington 84-86, Chicago-Dallas 93-83, Memphis-Portland 93-89, Houston-Golden State 99-96, Milwaukee-New Jersey 106-95, Utah-Orlando 117-107.

Enrico Campana

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