Nba Miami Heat campione 2012

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Dopo una rincorsa che in certi frangenti era parsa sfumare anche quest’anno, LeBron James mette le mani sul primo anello della sua carriera con i Miami Heat che battono gli Oklahoma City Thunder per 121-106 in gara 5 delle finali e, con il quarto successo consecutivo, chiudono la serie sul 4-1. La corazzata della Florida, assemblata con un mercato faraonico nell’estate 2010 dal presidentissimo Pat Riley, agli ordini del coach Erik Spoelstra centra l’obiettivo solo sfiorato un anno fa, quando la marcia si fermò in finale contro Dallas. Per James, primo titolo dopo 9 stagioni nella Lega:

“È un sogno che si avvera, il titolo significa tutto per me. La scelta di lasciare Cleveland non è stata facile ma si è rivelata giusta. Era ora. Era proprio ora. Adesso, abbiamo davanti un futuro luminoso”.

Lebron, miglior giocatore della stagione regolare, domina le finali da Most Valuable Player e suggella lo show con una tripla doppia (26 punti, 11 rimbalzi, 13 assist) in gara 5. Dwyane Wade, fino a 2 anni fa signore incontrastato della squadra, nel nuovo ruolo di spalla festeggia il secondo titolo della carriera dopo quello del 2006 con una prestazione da 20 punti e 8 rimbalzi.

Chris Bosh, l’altro pilastro ingaggiato 2 stagioni fa, contribuisce con 24 punti e 7 rimbalzi. Accanto ai big three, brilla un protagonista inatteso: Mike Miller che piazza 23 punti con un irreale 7/8 da 3. Oklahoma City si arrende nonostante i 32 punti di Kevin Durant e i 19 a testa di Russell Westbrook e James Harden, le stelle di un team giovane che, nella sfida per il titolo, dimostra di non avere ancora la maturità necessaria per arrivare al bersaglio grosso. Sul trono c’è, e chissà quanto ci rimarrà, una stella finalmente consacrata in pieno. James, alla terza finale della carriera dopo quelle perse nel 2007 e nel 2011, dimostra di voler azzannare il match-point sin dall’inizio della partita: segna (15 punti nei primi 2 quarti), crea e difende come nelle giornate migliori.

Sono le triple di Miller (12 punti con 4/6 dall’arco a metà gara) a produrre il primo allungo (28-19) nel match che rischia di chiudersi virtualmente già nel secondo periodo: con un parziale di 10-0, gli Heat volano sul + 17 (53-36) a 4’41” dall’intervallo.

Oklahoma City difende poco e male ma, almeno, comincia a funzionare in attacco. La formazione di coach Scott Brooks concede il 55% dal campo agli avversari ma riprende fiato e risale fino a -10 all’intervallo (59-49), tenendo ancora vive le speranze grazie soprattutto ai 13 punti di Westbrook, che segna quasi esclusivamente in lunetta, e ai 12 di Durant.

I Thunder arrivano anche a -5 (62-57) in avvio di ripresa prima di proporre un copione già visto: nel momento della potenziale svolta, arriva una palla persa e il conseguente tilt. James, dall’altra parte, smazza assist per Mario Chalmers e Shane Battier, altre 2 triple firmate dal ‘supporting cast’ e la fuga ricomincia. Gli Heat non trovano opposizione e, sul 72-63, piazzano un 16-0 che equivale al più definitivo dei ko: 88-63, i padroni di casa danno spettacolo a +25 e la festa all’American Airlines Arena comincia. L’ultimo quarto di gioco è pura accademia prima dell’incoronazione: i titolari lasciano il campo con 3’01” da giocare, i Miami Heat sono campioni e James è il nuovo re della Nba.

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