Lottomatica Roma, Datome: “Filipovski è un allenatore che chiede intensità”

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Luigi Datome, ala della Lottomatica e della Nazionale italiana ha commentato così l’esordio del nuovo allenatore, Filipovski, alla guida della squadra romana: “Filipovski è un allenatore che fa dell’intensità un punto di partenza basilare. Ogni errore di intensità è meno grave di uno commesso con fare leggero. Come ogni coach ha un suo credo, ed in questi giorni ha cercato di farcelo capire. I cambiamenti? Non c’è stato finora niente di clamoroso: ha inserito più o meno giochi classici, che fanno un pò tutte le squadre, tranne uno. In difesa ha parlato molto di aiuti, di come comportarci sui blocchi e sul pick ‘n roll. Insomma ha fissato dei paletti sulle cose più comuni”.

Già si sente parlare delle sue sedute di allenamento lunghissime, alcune anche oltre le tre ore, da buon “sergente di ferro”. Datome spiega:

“Essendo all’inizio ha la necessità di parlare molto, di fermare il gioco e chiarire cosa vuole da noi. Parla per mettere regole precise, come è normale che sia. Niente di speciale”.

Certo è che all’esordio un piccolo choc a livello mentale si è visto. C’era da attenderselo, ma qualche faccia è sembrata diversa, seppure qualcuna invece ha mostrato le solite incertezze, ormai ataviche.

“Ce’ stata una scossa – spiega Datome – La partita è stata molto intensa. Ma è normale che sia cosi dopo un cambio in panchina. Certo è troppo presto per dire qualcosa, ora speriamo di recuperare gli infortunati e di lavorare con calma”.

Fare paragoni col passato è naturale in queste situazioni, seppure con Siena la Virtus ha confermato i problemi di rendimento di Washington, di Smith e di Traré.

“Paragoni e differenze? Filipovski è un tecnico molto preparato come lo era Matteo. Si vede la passione che mettono entrambi. È ovvio, ognuno ha il suo credo, ma per tanti aspetti sono simili”.

Se ne sono dette tante. Datome ora chiarisce il rapporto col suo precedente allenatore.

“Con Matteo ho avuto un rapporto sempre molto chiaro. Il primo anno non avuto l’opportunità di giocare quanto avrei voluto, ma ho avuto molti infortuni e lui magari si fidava di altri, anche perche c’erano davvero tante ali piccole (addirittura quattro, ndr). Quest’anno invece ho avuto un buon rendimento, mi ha dato l’opportunità di stare in campo e si fidava di me. Ho fatto fatica per avere la sua fiducia e nel momento che l’avevo conquistata si cambia di nuovo. Ora lavorerò per ripartire e per conquistare anche Filipovski, visto che nella mia carriera nessuno mi ha mai regalato niente”.

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