La maledizione dei Lupi di Minnesota: salta il ginocchio di Rubio

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Chris Paul gli ha scritto:

“Prego per te”.

La data dell’operazione  di Ricky Rubio non è stata ancora fissata, la stagione più bella dei Lupi del Minnesota, che per la prima volta questa settimana avevano messo per la prima volta il piedino nei playoff dopo 5 anni terribili, ha il sapore di un miraggio beffardo.

Finisce infatti prematuramente e nel dramma la stagione d’esordio di  Ricky Rubio, la trottola spagnola, diventato subito uno dei principali protagonisti della NBA, molto amato dal pubblico e dagli avversari. Il play catalano, lanciato dalla Joventud, prima scelta 2010, dovrà saltare anche le Olimpiadi di Londra per uno strappo dei legamenti del ginocchio sinistro conseguenza del pesante contatto (fortuito) col ginocchio di Koby Bryant (con la maschera per la frattura al naso) a 16 secondi dalla fine del match perduto venerdì notte in casa contro i Laker. E la sera dopo questa pesantissima tegola, per lo choc, Minnesota ha perso in casa con gli Hornets di Marco Belinelli, per 89-95, nella quale si è sentita la sua assenza, vedi le troppe palle perse contro una formazione di bassa classifica.

La squadra di Minneapolis si sente perseguitata dalla sorte, come già non bastassero le sole 78 vittorie contro 250 sconfitte negli ultimi 5 anni, record pagato con una purga precedente (5 allenatori cambiati!). Andando a ritroso, la “prima scelta” dei Lupi viene regolarmente fermata dalla sfortuna, sotto forma di un incidente al ginocchio per Rasham McCants (2005),  Randy Foye (2006), Corew Brewer (2007), alla mano per Kevin Love (2008) e Jonny Flynn (2009) all’anca. Adesso è toccato a Ricky Rubio, rivelazione delle Olimpiadi di Pechino, vincitore della Coppa dei Campioni con il Barcellona e due volte campione d’Europa, 5° nella graduatoria degli assist e dietro solo a Kyrie Irving come Rookie of The Year.

“Ci sentiamo tutti vicini a lui”,

ha commentato coach Rich Adelman. Kevin Love gli ha inviato un toccante messaggio su Twitter, e molti colleghi, oltre a Chris Paul, vedi Baron Davis, LeBron James e Wade l’hanno incoraggiato a tenere duro.

“L’importante è non abbattersi, farò del mio meglio  per tornare il prima possibile”,

ha risposto a tutti lo spagnolo autore della trasformazione della squadra, un play creativo, carismatico e molto amato per il suo carattere e il fair play  dai compagni e rispettato dagli avversari e dai media.

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