LeBron James eguaglia Karl Malone, 24 gare con 20 punti di media

Con i 30 punti segnati in casa contro Utah, LeBron ha eguagliato il record di Karl Malone, soprannominato”Il Postino” (Mailmen), la star degli Utah Jazz che nella stagione 89-90 segnò almeno 20 punti per 24 partite consecutive. E se il giorno di Natale batterà Oklahoma, che fa visita agli Heat, sarà lui il n.1 di questa statistica.

I campioni di Miami  hanno giocato dall’inizio della stagione  24 partite, con 18 vittorie e 6 sconfitte.

Il massimo del punteggio sono 38 punti in trasferta contro Houston, ha superato o toccato i 30 altre 5 volte: 31 New York e Golden State, 30 LA Lakers (in trasferta) Cleveland e Utah . Il minimo dei 20 punti a Memphis e in casa con Brooklyn.C’è anche una tripla a Washington con 26 punti, 13 rimbalzi e 12 assist.

Le sue medie sono di 25,4 punti9, 8,5 rimbalzi e 6,8 assist. E’ MVP in carica. Per le sue prestazioni puntuali è soprannominato “The answer”, La Risposta

I grandi del basket: Karl Malone

Nessun anello conquistato nella sua lunga carriera, ma a livello personale Karl Malone, detto il Postino, non si può certo lamentare, avendo frantumato un record dopo l’altro, fino a conquistare un posto di primo piano tra i big del basket a stelle e strisce.

La sua carriera professionistica comincia negli Utah Jazz, dove trova un playmaker capace di esaltare il suo gioco di ala grande, John Stockton, mingherlino sì, ma unico ed inimitabile nel suo genere, tanto da essere ricordato ancora oggi come uno dei migliori play di tutti i tempi.

Il gigante ed il nano regalarono grandi soddisfazioni ai tifosi di Salt Lake City, assicurando alla squadra l’accesso ai play-off ad ogni stagione. ma nonostante lo Stockton to Malone! ripetuto fino alla nausea dai telecronisti dell’epoca, gli Utah non riuscirono mai a salire sul gradino più alto del podio.

I grandi del basket: John Stockton

Centottantacinque centimetri di altezza, un nano in mezzo ai giganti. Chissà quante volte gli avranno consigliato di darsi al baseball, al golf o a qualunque altro sport nel quale l’altezza non è così determinante come il basket. Non lo ha fatto, per fortuna, regalandoci così la possibilità di ammirare le geometrie di un dei più grandi playmaker che il pallone a spicchi ricordi.

John Stockton, 185 centimetri di classe pura messa al servizio degli Utah Jazz e della nazionale americana, passaggio dopo passaggio, record dopo record, rubando palle e fornendo assist in quantità industriale.

Correva l’anno 1984, quando gli Utah Jazz decisero di puntare su quel concentrato di eleganza. Il tifo non era dalla sua parte al momento della scelta, ma bastarono poche magie sul parquet per far innamorare anche il più scettico dei tifosi.

L’anno successivo a  Salt Lake City Stockton venne raggiunto dal suo partner ideale in Karl Malone, lui sì un gigante, capace di trasformare in punti ogni passaggio del piccoletto. Celeberrima la frase Stockton to Malone! che riempiva la bocca dei telecronisti ad ogni scambio tra i due.