Basket in Tv, che guaio venire dopo l’All Stare Game!

Ovvero  il campionato professionistico e quello  italiano. O  meglio: Nba Entertainment e l’equivalente italico. Premessa : non potendo spesso assistere in diretta  alle partite televisive e non dello sport che in cuor mi sta, abuso della tecnologia di MySky registrando  finche la memoria regge. E questo Weekend ho messo a dura prova apparecchiature e televisioni.

Oltre il superevento al quale lavoravo, Milan-Juve, ho registrato l’AllStar Weekend, l’anticipo su La 7d e il posticipo di Rai Sport. Da qui il  titolo di quest’articolo, che , attenzione , non vuole essere né cattivo  e tantomeno ipercritico, solo che l’accostamento tra le tre trasmissioni diventa impietoso di suo.

Il basket in Tv è tutto un chiaro-scuro!

Tecnicamente la doppia telecronaca settimanale è al di sotto degli standard richiesti per catturare più spettatori, un problema sottovalutato

WHAT  TIME  IS IT ? THE PEN  IS ON THE TABLE!

Per citare l’onorevole ex-magistrato :

“…che ci azzecca…???”

Ci azzecca,  ci azzecca…. Sostituite  alla prima frase le immagini e alla seconda il commento di una partita e ne capirete il senso. Una racconta una cosa e l’altra ne dice un’altra: questa era e continua ad essere il leit-motiv  delle partite prodotte quest’anno, soprattutto in casa Rai. Su La 7, quando la regia è quella di Valsecchi c’è l’idea di un format, mediata dalla scarsa qualità tecnica delle immagini e sonorizzata in modo inadeguato da un commento di cui abbiamo parlato fin troppo, ma almeno il video c’entra!

Poi sembra che io ce l’abbia con Francica Nava e non è assolutamente vero: ho visto servizi ottimi firmati da lui, solo che dovrebbe stare lontano dalla diretta perché gli mancano i tempi, e il modo di raccontare è ondivago. Passa da esaltazione non giustificata da ciò che accade a ricerca affannosa di parole a metà delle frasi.

Anyway, non volevo soffermarmi stavolta su Ugo e sulla diretta di “Roma vs Caserta” bensì  riagganciarmi al problema più grosso e apparentemente irrisolvibile del “vedi una cosa e parla di un’altra” o nella migliore delle ipotesi , della gara a rincorrersi tra immagini e commento. Sembra che non ci sia verso, anche in questo week-end, sia nel palazzo peggio illuminato del campionato (il PalaTiziano di Roma)  che  a Siena si sono viste cose e sentite altre.

Lo stacco sul portiere e il finlandese

UN REGISTA IN REGIAEcco i segreti per salvarsi quando si perde un’azione o la partita è scontata…

  • … Spiego : il primo nasce da una disabitudine registica nata nelle riprese del calcio. Quando c’è un tiro in porta e il cameramen, il regista  e spesso anche lo stesso commentatore non sanno chi lo ha fatto, arriva l’inquadratura e il relativo stacco in onda del portiere. E’ uno dei protagonisti, si muove di meno (e quindi è più facile da inquadrare ) e comunque va bene e ti permette di prendere tempo per  cercare il vero protagonista .  L’equivalente nel basket è lo stacco sull’allenatore: è (non sempre) quasi fermo nel suo spazio, comunque se sei fortunato qualcosa fa… e ti permette di evitare uno stacco sul giocatore sbagliato. In tutti due i casi viene fatto  per poca attenzione o conoscenza del gioco e delle sue regole.
  • Tutto ciò  perché? Perché sia a Cantù sabato che il giorno dopo a Sassari si sono visti allenatori in tutte le salse: mentre a Eric Valsecchi è andata meglio perché con Trinchieri e Dalmonte sei quasi sicuro di “pescare” buone immagini con reazioni (a volte eccessive  vedi il coach di Cantù con bestemmione sanzionato da tecnico). Altrettanto non si può dire con Dario Barone sulla Rai (ricordate cosa ho scritto qualche settimana fa sulla rotazione registi Rai? E’ cominciata!). Sicuramente più propositivo del suo predecessore ma comunque in evidente disagio a raccontare una partita che di storie al suo interno ne aveva enne: dal pubblico sassarese, forse unico nel suo genere , che dopo  aver preso quasi trenta punti dalla squadra avversaria applaude sia quest’ultima che la propria fino alla fine. Poi  tutte le storie incrociate sul Gallo: la sua premiazione nell’NBA Day creato in suo onore, l’incontro/scontro con suo cugino Jack Devecchi, il cambio di testimone nel suo ruolo dal bimbo Melli. Vogliamo continuare? Sacchetti padre e figlio e il piccolissimo (d’età e di statura) playmaker 16enne Spissu fatto entrare da coach Meo per parecchi minuti e così via raccontando.