A Dilettanti il Torino riparte da coach Pillastrini

Coach Stefano Pillastrini ha deciso di ripartire da Torino e di sposare il progetto dell’ambiziosa PMS, che ha ufficializzato proprio oggi l’accordo con il tecnico ex Pesaro, Virtus Bologna e Varese. Dopo essersi preso un anno sabbatico – e aver concluso non senza difficoltà la complicata transazione del triennale con Montegranaro – il tecnico emiliano è stato scelto dai piemontesi nella speranza di tornare nel giro di qualche anno nel basket che conta. Torino partirà infatti dalla A Dilettanti, ma l’obiettivo é quello di arrivare nel professionismo, visto che la città della Mole è ricca di impianti di alto livello. Torino, che fa anche parte della lista di chi chiede l’eventuale ripescaggio in Legadue, ha ingaggiato Pillastrini con un contratto 2+2 e nella speranza che il tecnico possa ripetere l’epopea di Montegranaro, dove nel 2004 fu promosso in Legadue, nel 2005 disputò la finale per la Serie A e nel 2006 salì nel massimo campionato.

Fabi Shoes Montegranaro, esonerato Pillastrini

Dopo la sconfitta contro la Banca Tercas Teramo, la dirigenza della Fabi Shoes Montegranaro ha deciso di esonerare l’allenatore Stefano Pillatrini.

Dopo un pessimo girone di ritorno la Fabi Shoes Montegranaro adesso sarà affidata al vice allenatore Alberto Morea.

Già si fanno i primi nome per il successore di Pillastrini, in pole c’è l’israeliano Sharon Druker.

Fabi Shoes Montegranaro, Pillastrini: “Chiedo scusa per il gesto”

Stefano Pillastrini, coach della Fabi Shoes Montegranaro, questa mattina in conferenza stampa ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“Ci tenevo a sottolineare alcune cose di domenica che forse non ho detto con abbastanza chiarezza – ha esordito Pillastrini – Il pubblico ha diritto di sostenere o no la squadra. Domenica però la mia priorità è stata quella di difendere i giocatori. Ci tengo, tuttavia, a dire che il mio labiale diceva che così non si aiuta la squadra e non c’era niente di offensivo verso nessuno. Da ora in poi comunque mi concentrerò solo sulla squadra e chiedo scusa per il mio gesto. L’altro punto che vorrei precisare è che il concetto di unità all’interno della società e con i tifosi non è questione di pedanteria bensì è stata la motivazione principale che ha portato Montegranaro ad essere dov’è. Non ho mai sentito una contestazione in 4 anni che sono qui, né verso un giocatore, né verso la squadra.”

Fabi Shoes Montegranaro, Pillastrini: “Adesso ci serve continuità”

Stefano Pillastrini vuole rimanere con i piedi per terra. L’allenatore della Fabi Shoes Montegranaro ha commentato così, in sala stampa, la storica qualificazione alle semifinali di Coppa Italia contro il Canadian Solar Bologna:

“Temevamo questa partita ed eravamo anche un po’ scoraggiati dalla brutta prova di Treviso da cui eravamo reduci, e dagli acciacchi che ci hanno tormentato. Invece forse questa è stata la nostra forza, quella che ci ha permesso di fare una partita di grande voglia ed umiltà. E’ stata una gara strana: senza pubblico, senza emotività, visto che l’ambiente esterno non la trasmetteva. Noi al contrario siamo arrivati con grande carica agonistica e siamo riusciti a tirarla fuori per mantenere sempre alta l’intensità: credo che questa sia stata la chiave della vittoria. Il grande primo quarto, dal punto di vista delle percentuali, ci ha permesso di metterci davanti, e poi nonostante le rotazioni limitate siamo stati bravi a contenere i loro tentativi di rimonta”.

“In semifinale vogliamo vincere. Vogliamo provarci in ogni modo, anche perché non abbiamo nulla da perdere. Non dobbiamo essere presuntuosi né troppo umili: dobbiamo trovare il giusto atteggiamento, per affrontare una squadra che punisce ogni errore. Ci vorrà la partita perfetta. Siamo consapevoli comunque che questa è un’opportunità straordinaria e che Montegranaro è per la prima volta così in alto quindi ce la vogliamo giocare in tutti i modi”.

“Alla reazione di stasera dobbiamo dare continuità. Reagire così alle sconfitte come quella di Treviso può essere segno che siamo una grande squadra, ma solo se la reazione non si limita ad una sola occasione. Non ci dovrebbe essere bisogno di fare brutte figure per ottenere una reazione. Questo è l’atteggiamento giusto e da qui dobbiamo partire per migliorarci. Sappiamo che non è facile ma vogliamo essere ambiziosi per avere la capacità di trovare sempre stimoli ed arrivare anche a fare delle imprese. Adesso ne abbiamo davanti una, molto difficile, come quella di battere Siena: il fatto di averli spaventati 15 giorni fa non ci aiuta perché non ci regaleranno nulla. Dovremo guadagnarci lottando tutto quello che vogliamo prenderci”.

Montegranaro, Pillastrini: “Noi, italiani e bravi. Lo scudetto? Dico Siena”

Stefano Pillastrini è uomo copertina del giorno dopo. Il successo di Montegranaro sull’Armani Jeans Milano è servito, in un colpo solo, a far perdere l’imbattibilità ai meneghini e consacrare quella allenata dal coach una realtà non più catalogabile solo quale rivelazione di stagione. Intervistato da repubblica.it, il ferrarese classe 1961 con trascorsi a Varese e Bologna e nella stessa Montegranaro, si è lasciato andare a più di una considerazione interessante.
RISULTATI.Eravamo sereni però la qualità del lavoro non ci portava risultati: avevamo perso a Cremona e con Avelino per un pessimo primo tempo. A Bologna siamo partiti bene e poi controllato il finale. Contro Milano si è aggiunta la continuità sui quaranta minuti“.
MADE IN ITALY. Questa idea parte da lontano. Sono stato richiamato qui dopo che Montegranaro aveva giocato un campionato straordinario. Mi hanno chiesto di trasformare le potenzialità in qualità: io non guardo a passaporto o età, quanto agli obiettivi da raggiungere. Se finisco la partita con Cinciarini in campo non è perché sono insoddisfatto di Ray. Quanto piuttosto perché sono molto soddisfatto di Cinciarini. Lamentele? I giocatori possono piangere sulla spalla degli agenti, ma qui alla Sutor il bene del club è davanti a tutti. Al vertice c’è la Triade (Basso è il presidente, Trapè il vice, Cannella è l’amministratore delegato) ma il messaggio che ne esce è unico. E il giocatore si adegua. Penso a Ron Slay: se non lo fa significa che non è utile al nostro programma. Se invece lo accetta, sa che il suo ruolo può cambiare durante la stagione“.