NBA, crescono le ambizioni di Filadelfia e dei Clippers

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Undici gare nel corso della regular season Nba del 1 febbraio 2012: i Sixers hanno fermato Chicago, Paul e Griffin vincono a Utah, Dallas passa il testimone a Oklahoma (17/4). Belinelli fuori dal quintetto, Bargnani ancora assente a Boston. Marco Belinelli (10 punti, 3/5 da 3,  3 rimbalzi in 14 minuti)  ha dovuto cedere il posto in quintetto non a Eric Gordon, non ancora pronto a tornare in campo per i problemi al ginocchio che l’hanno praticamente costretto a saltare quasi tutto il primo mese della NBA, bensì  al venezuelano Greivis Vazquez che ha colto questa opportunità segnalandosi per 12 assist.

Peccato non siano serviti a risollevare le sorti di New Orleans, cosiccome è una goccia nel mare dei problemi degli Hornets  la fiducia accordata  nuovamente a DeJuan Summers quale starter perché dopo 15 minuti e 5 punti (2/5, 1 rimbalzo, 1 assist) è uscito mentre Phoenix ha preso il largo nel 4° tempo (16-31)   trascinato  da Steve Nash (30 punti, 10 assist) verso il maggior punteggio della giornata (120).

Viene alla ribalta la crescita di Filadelfia e dei Clippers che sono al 4° successo consecutivo e rafforzano le loro ambizioni come battistrada nella Division Atlantic e Pacific. La squadra di coach Doug Collins oltre al solito Iguodala (19 punti e leadership)  ha avuto ben 20 punti da Watson e 19  dell’emergente Taddeus Young  (7/12 e 6 rinbalzi)e si spiega così la sesta sconfitta di  Chicago (18/6)  che Derrick Rose (18 punti, 6 assist) non ha saputo esaltare per mascherare i limiti di Noah (2 punti) come centro titolare.

Utah ha ceduto di 2 punti ai Clippers che hanno spremuto sangue da Blake Griffin (31 punti, 14 rimbalzi), Chris Paul (34 e 11 assist) e Mo Williams (19 punti). Grazie alla sconfitta dei Bulls a Filadelfia Oklahoma strappa un successo d’oro a Dallas, è un simbolico sorpasso e una candidatura all’anello per gli amici-rivali Westbrook e Durant  e con 17/4 è la squadra più solida fino a questo momento mentre la via Crucis di Orlando (13/9) finisce contro Washington perché Howard (23 punti e 18 rimbalzi) riesce a cavarsela per una volta dalla lunetta (11/16), Ryan Anderson infila 6 bombe su 9 e Wall, il più talentuoso dei Wizard segna 2 punti (però con 10 assist).

Con Chicago è sconfitta anche l’altra bigs, Miami, che partiva i favori e a Milwaukee s’è dovuta arrendere nonostante 40 punti (5 rimbalzi, 8 assist) di LeBron James in questo momento MVP della Lega. I Bucks del Wisconsin hanno avuto sotto canestro nel turco Ersan Ilyasova un dominatore (14 rimbalzi, 7 offensivi) mentre Brandon Jennigs (ex Roma) non ha tirato bene (9 su 25) ma alla fine i 31 punti hanno dato convinzione alla propria formazione.

Certe realtà cominciano a essere inconfutabili, oltre al destino degli Hornets che stanno tentando di piazzare Rich Kaman, top rebounder degli europei con la maglia tedesca, è segnato quello di Charlotte (solo 68 punti, 44 subiti a Portland. Invece i Raptors senza Bargnani e  Kleiza con un Calderon consunto (1 punto, 0/5 al tiro) e l’imprevedibile  Leandro Barbosa  a due cilindri (2/9) e DeMar DeRozan senza lo smalto delle prime gare hanno assaggiato la famosa difesa Boston-Style segnando solo 64 punti (36 di differenza) consolandosi perché Orlando ha fatto anche di peggio contro la formazione dell’indistruttibile  Ricky Pierce che ha recuperato  Ray Allen e il centro O’Neal ma non ancora Rajon Rondo, giocatore formidabile. Una ragione che fa capire quale sia il livello delle prestazioni dei Celtics  di Doc Rivers nelle ultime due settimane.

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