Nba, i Sixers di Belinelli vanno in semifinale: battuta Miami 4-1!

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Da campione Nba con i San Antonio Spurs, Marco Belinelli si ritrova ai playoff con la franchigia a cui è approdato da pochi mesi, ma in cui si è già riuscito a ritagliare un ruolo veramente di primo piano. E i Sixers, infatti, non solo hanno raggiunto dopo diversi anni la post-season, ma sono riusciti a concludere la stagione in un crescendo incredibile, con diverse vittorie di fila.

Nba, un’eccezionale Indiana batte Miami

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La prima finale a Est della Nba mostra un Indiana eccezionale che batte la fortissima Miami e fa capire che la vincente della sfida non è scontata. Per Miami ci sarà da soffrire a vedere quello che è successo a Indianapolis. Il risultato finale è di 107-96 per Indiana che si porta sull’1-0 nella serie della Nba con una partita brillante giocata con personalità. Non era facile vincere contro gli Heat e i Pacers hanno anche dominato.

Nba: numerosi i match clou della settimana

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Sarà una settimana di fuoco in Nba. Numerosi i match clou in questo scoppiettante inizio di febbraio, che vedrà sfidarsi sul parquet alcune tra le franchigie più in forma del campionato di basket più bello del mondo. A cominciare dall’incontro-scontro tra le due squadre più in forma del momento: Thunder contro Grizzlies. La memoria torna alla primavera scorsa, al match tra le due compagini valevole per i playoff. A spuntarla furono i Grizzlies, che sfruttando l’assenza di Westbrook tra le fila avversarie fecero il colpaccio.

Miami e LeBron festeggiano. Anello agli Heat

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Gara 7 si conclude con la vittoria di James e compagni per 95-88 su San Antonio. LeBron segna 37 punti e Wade 23. Ma gli Spurs, attaccati al match fino al termine, escono a testa alta. Questo, in estrema sintesi, il riassunto dell’ultimo atto delle finali per il titolo NBA. Il Basket, quello con la ‘B’ maiuscola, ha vinto ancora una volta. Avrebbe vinto in ogni caso. Anche in caso di vittoria degli Spurs che hanno avuto dalla loro un eroico Tim Duncan. Ma i coriandoli sono scesi sulle teste dei Miami Heat e dei loro supporter.

La voglia di LeBron di essere LeBron

INSIDE NBA – Partita capolavoro e Grande Slam personale di James che ha trascinato Miami al  suo primo titolo dopo aver recuperato con Indiana, salvato un match ball con Boston e da 0-1 con Oklahoma. MVP della stagione per la 3.a volta e della finale, oltre a Miglior Difensore e anche taumaturgo grazie alla psicanalisi.

“Maledetto, finalmente sei arrivato!”

ha esclamato LeBron quando giovedì notte del solstizio d’estate, il  giorno fatidico di miti e leggende popolari,   ritrovandosi finalmente  fra le mani il trofeo dedicato a  Larry O’Brian, avrebbe voluto “strozzarlo” con le sue manone gigantesche, simili per dimensioni a quelle di Michelangelo ma dai polpastrelli vellutati, da grande artista. E’  stata faticosa, irta di difficoltà, esami, polemiche,  questa sua sfida da Prometeo per rubare agli dei il fuoco sacro, e guarda caso è proprio un anello dentro la quale arde una fiamma il logo degli Heat.

Nba Miami Heat campione 2012

Dopo una rincorsa che in certi frangenti era parsa sfumare anche quest’anno, LeBron James mette le mani sul primo anello della sua carriera con i Miami Heat che battono gli Oklahoma City Thunder per 121-106 in gara 5 delle finali e, con il quarto successo consecutivo, chiudono la serie sul 4-1. La corazzata della Florida, assemblata con un mercato faraonico nell’estate 2010 dal presidentissimo Pat Riley, agli ordini del coach Erik Spoelstra centra l’obiettivo solo sfiorato un anno fa, quando la marcia si fermò in finale contro Dallas. Per James, primo titolo dopo 9 stagioni nella Lega:

“È un sogno che si avvera, il titolo significa tutto per me. La scelta di lasciare Cleveland non è stata facile ma si è rivelata giusta. Era ora. Era proprio ora. Adesso, abbiamo davanti un futuro luminoso”.

Esclusiva Nba 2012, Miami e LeBron fanno crollare i record Tv

NBA INSIDE – Stanotte  (ore 2.30 su Sky Sport) la bella fra Heat e Celtics, mentre gara6 ha avuto 8,2 di rating  su ESPN con il 22 per la zona di Miami. Studio esclusivo di Pallarancione.com: Miami squadra degli estremi, bellissima o bruttissima. La bella fra Miami e Boston di stanotte  verrà teletrasmessa in diretta esclusiva  da Sky  Sport 2 HD alle 2.30 di mattina di domenica 10 giugno, repliche alle 12 esempre su Sky Sport 2HD, antipasto delle partite della finalissima dal 12 al 26 giugno se ci vorranno 7 gare.

La serata stellare di LeBron che ha scavato un solco di 19 punti a Boston dove aveva vinto solo una volta su 8 gare di playoff, ha fatto schizzare ai massimi livelli  i ratings (dati di ascolto) di ESPN  dal 2003. E dopo il nuovo record è stato abbassato per ben 2 volte, dal 7,9 di gara4 di domenica all’8,2, un 49% in più rispetto a Boston-Orlando gara6 finale di conference del 2010.

Play off Nba 2012 festa a Miami con LeBron, il tiro da 3 e i cerotti

Hibbert sovrastato, Granger infortunato, gli Heat senza Bosh dilagano e vanno 3-2 con Indiana con LeBron e Wade e  la ritrovata mira dalla distanza. Stanotte Boston si gioca il match ball a Filadelfia.

Senza il suo  terzo tenore,Chris Bosh, in via di recupero (stiramento degli addominali, gara1)  Miami asfalta Indiana. Gran recupero  da 1-2 a 3-2,  giovedì sera a Indianapolis la formazione di Spoelstra (“abbiamo visto tante cose buone ma bisogna rimanere concentrati)   si giocherà il primo match match ball per la finale della Eastern Conference contro Boston  o Filadelfia che se perde in casa stanotte è eliminata.  San Antonio e Oklahoma   giocano invece  domenica la prima partita della Western Conference.

Play off Nba Miami e LeBron James volano, Anthony non basta ai Knicks

Con San Antonio, Oklahoma, Indiana passa  dunque anche Miami che risolta la formalità con New York (13 sconfitte su 14 nei confronti diretti)  apre domenica la serie dei quarti di finale contro i Pacers, mentre  da stanotte al termine del week end si decideranno le altre quattro squadre. La griglia dei playoff per i quarti è la seguente: San Antonio c.vinc. Clippers-Memphis;  Oklahoma c.vinc.Lakers-Denver;  vinc. Chicago-Filadelfia c. vinc. Atlanta-Boston; Miami-Indiana.

Sempre più lanciato verso il trofeo di MVP della stagione LeBron (la star di Akron, Ohio, di cognome fa James)  ha giocato una tipica gara delle sue, di basket totale, un’ipotesi di “tripla doppia” 29 punti, 8 punti, 7 assist, 2 recuperi. E gli hanno fornito assistenza  Bosh e Wade, 19 punti per entrambi, oltre al sempre più convincente Mario Chalmers (10 punti e 6 rimbalzi) e con due cambi preziosi quali Mike Miller e Shane Battier, bravi a puntellare la squadra nel tiro da 3 punti, il  tallone d’Achille della squadra che prenderà i favori del pronostico se  all’Est va fuori Chicago. Miami ha superato per la terza volta i 100 punti contro i Knicks  nei quali ha avuto evidentemente troppo fiducia Mike Woodson.

Play off Nba, si chiama Mario il nuovo eroe di Miami

Crollo casalingo di  Dallas e New York: è l’ora dell’addio. 3-0 per Oklahoma trascinato da Durant e per gli Heat con la conferma al Madison della crescita di Chalmers ormai il quarto tenore della sua squadra

“No NBA team has ever come back from a 3-0 deficit to win a best-of-seven series”.

Oklahoma e Miami vincono in trasferta e  la regola del playoff ci ricorda che siamo  già di fronte a due importanti verdetti,  perché chi è sotto di 3 partite non  è mai riuscito a recuperare . Inutile illudersi, anzi si profila addirittura un cappotto, che nello slang sportivo americano si chiama “sweep”, il nostro “spazzar via”.

I grandi del basket, Alonzo Mourning

Una mole imponente, un futuro già scritto sin da quando muoveva i primi passi alla Georgetown University, portando a spasso quei 2o8 centimetri di altezza. Lui è Alonzo Mourning, uno dei più grandi centri della sua generazione, sebbene la concorrenza negli anni a cavallo del nuovo millennio fosse agguerrita e ben armata.

A puntare sulle sue capacità furono per primi gli Charlotte Hornets, squadra senza troppe ambizioni, ma comunque ben posizionata nella Esatern Conference. L’impatto di Mourning con il mondo dei professionisti fu eccezionale, se si considera la media di 21 punti e di 10 rimbalzi a partita.

Grazie a lui gli Hornets riuscirono a qualificarsi per i play-off ed a superare il primo turno, prima di essere eliminati dai New York Knicks. La stagione successiva non fu proprio esaltante per Charlotte, sebbene Alonzo sfornasse prestazioni al di sopra della media.

I grandi del basket, Glen Rice

Molte canotte indossate in carriera, pochi titoli vinti, ma la consapevolezza di essere uno dei più grandi cestisti cresciuti sui parquet americani. Lui è Glen Rice, cresciuto a pane e pallone a spicchi nella University of Michigan, dove polverizzò un record dopo l’altro, portando il college alla vittoria nella Final Four del 1989.

Ottima capacità realizzativa sia da sotto che da lontano, tanto che nei quattro anni di college riuscì a mettere a segno la bellezza di 2442 punti. Nessuno come lui prima di allora, nessuno come lui negli anni seguenti, tanto che ancora oggi l’istituto sta cercando il suo erede.

Numeri che fanno impressione e che non potevavo non attirare l’attenzione delle franchigie dell’NBA, prima fra tutte Miami Heat, che scelse di puntare sulle sue prestazione alla fine degli anni ottanta. I Miami in quegli anni non rappresentavano il meglio del basket a stelle e strisce e Rice risentì della mancanza di esperienza della squadra. Nonostante ciò, le sue prestazioni furono sempre al top, specie nell’ultima stagione, quando riuscì a mettere a segno ben 56 punti in un solo incontro, con sette triple su otto infilate nel cesto.

I grandi del basket, Gary Payton

Ha vinto un solo titolo NBA, eppure Gary Payton merita di essere inserito nella rubrica dedicata ai grandi del basket, se non altro per le eccellenti doti difensive di cui era in possesso. I tifosi lo chiavano The Glove, il guanto, per la capacità di incollarsi all’avversario ed arginarne il raggio d’azione. Chiedere informazioni in proposito ad un tale di nome Michael Jordan, che nei play-off della stagione ’95-’96 restò per la prima volta sotto la media dei 30 punti.

La carriera professionistica di Payton cominciò nel 1990, quando lasciò il college di Oregon State Beavers per accasarsi con i Seattle Supersonics. Un debutto in punta di piedi per il playmar, che non riuscì a trascinare lontano i suoi, anche per la mancanza di validi appoggi tra i compagni di squadra. La situazione migliorò sensibilmente con l’arrivo a Seattle di Shawn Kemp, compagno ideale per Payton e capace di portare i Sonics alla finale della Western Conference.

Nba, Wade preoccupa Miami

Nel corso della sfida della regular season Nba del 13 gennaio tra Denver Nuggets e Miami Heat – risolta in favore del roster in cui milita Danilo Gallinari – la franchigia con la stella LeBron James deve mettere in nota un secondo elemento negativo.

L’altro asso di Miami, Dwyane Wade, si è infattio infortunato rimediando una distorsione alla caviglia: lo stesso Wade era al rientro dopo tre giorni di riposo per un infortunio al piede.

Nella circostanza, Wade si è fatto male dopo essere caduto in maniera innaturale nel corso dell’ultimo parziale. Possibile per lui uno stop di diversi giorni: gli Heat – reduci da tre sconfitte consecutive – sono chiamati a risollevarsi senza il contributo del numero 3.