Bologna, su Bryant veto di Varese e Cremona. E’ proprio così?

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Fuori i nomi: Cremona e Varese. Le due società lombarde sarebbero le due alle quail fa riferimento Claudio Sabatini nell’imputare al veto di due club la mancata firma del contratto di Kobe Bryant. Eppure, Sabatini lo aveva annunciato come accordo già raggiunto. “Mancano solo le firme”, ripetevva anora nel primo pomeriggio ai microfoni di La7.

Black Mamba “non è ancora un giocatore della Virtus per via della indisponibilità – riferisce Sabatini – di entrambe le lombarde ad accogliere eventuali modifiche al calendario”.

Eppure, non appena si sono accavallate le indiscrezioni sui nomi dei due club, Flavio Portaluppi, direttore generale della Vanoli Braga Cremona è stato pronto nel controbattere:

“Se fossimo noi l’unico ostacolo all’arrivo di Kobe Bryant, ci penseremmo bene. Il problema? Semplice: dalla Virtus non è arrivata nessuna richiesta relativa al calendario per l’affare Bryant”.

Per fare chiarezza: la Virtus chiede, per giustificare l’investimento e poter rientrare nei costi, un calendario più flessibile rispetto a quanto stabilito dalla norma. Il fatto che contesta Portaluppi è che tale richiesta non è mai stata formulata ai club. Le parole del dg:

“Ci è arrivata la richiesta della Virtus per giocare in casa le prime due partite per motivi legati all’impianto e non per l’affare Bryant: nessuno ne fa menzione. Tengo a precisare che, per lo stesso motivo, abbiamo riceviuto un rifiuto dalla Lega. Ora: non sembrava giusto dare una risposta positiva alla Virtus. Ripeto: Bologna non ha mai menzionato Bryant“.

Altra questione: Bryant verrebbe ingaggiato per 10 partite, ciò vuol dire che – al fine di evitare spiacevoli sorprese: leggi, fine del lockout e inizio del campionato Nba – ci sarebbe la ddisponibilità da parte delle squadre della massima serie a condensare le gare in un mese.

“Non però – continua Portaluppi – a giocarle tutte in casa della Virtus. Non so nemmeno se nelle prime 8-10 partite dovremo incontrare Bryant, non conosciamo il calendario: di cosa parliamo? Per noi sarebbe un onore giocare contro Bryant”.

Si rischia la figuraccia del secolo: avere l’ok da parte del miglior giocatore di basket in circolazione e far saltare l’affare per dettagli facilmente superabili significherebbe infliggere al movimentyo del basket nazionale un colpo che stroncherebbe ulteriormente un sistema non impeccabile né emblematico per organizzazione. Pastrocchio all’italiana? A tentare di fare da mediatore, ci ha immediatamente provato il presidente della Lega, Valentino Renzi, che spiega:

“L’assemblea ha approvato ad aprile i criteri di compilazione del calendario: nelle prime due giornate e nelle ultime due era obbligatoria l’alternanza. Per una modifica, servirebbe solo un’altra delibera con l’approvazione delle società. Se le società cambiano idea, noi siamo pronti a metterci al lavoro. Basta che me lo scrivano, io ne prendo atto e lavoro in quella direzione”.

Mano tesa che Sabatini ha raccolto immediatamente:

“Mi auguro che gli amici di Varese riflettano. Sono certo che prevarrà il buon senso. L’affare – sottolinea davanti ai microfoni di Sky Sport 24 – è colossale. Con Bryant, i diritti internazionali avrebbero un altro valore. Parliamo del giocatore più bravo del mondo, che tra l’altro parla un italiano perfetto. Agli agenti di Bryant non ho ancora spiegato cosa sta succedendo”.

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