L’Italo-canadese, ex consulente della Fip stava creando un cartello europeo per bloccare la grande riforma mondiale, ma il board di Lubiana (Italia in testa) l’ha messo fuori per evitare una spaccatura.
Nar Zanolin come Icaro, stava facendo una politica contraria a quella innovativa della FIBA. Arrivato però sotto il sole, anche lui è precipitato …mitologicamente a sasso. Incredibile ma vero era proprio il potentissimo segretario generale in carica da ben 10 anni e in odore di “golpe bianco” il grande assente dell’assemblea generale di FIBA Europa cominciata venerdì a Lubiana (Slovenia). E che fortunatamente si concluderà domenica senza spargimento di sangue, anche se sembra ci abbia rimesso le penne anche il suo fedele capo degli arbitri, lo spagnolo Betancour.
Il Comitato Esecutivo dell’organo di gestione del basket europeo, col presidente Olafur Rafnsson in testa, ha infatti licenziato l’italo-canadese arrivato a essere fra i migliori fischietti mondiali ai tempi in cui insegnava in una scuola della Repubblica della foglia d’acero. In seguito è stato consulente della Fip negli anni di Gianni Petrucci e istruttore degli arbitri internazionali, dirigente della FIBA ai tempi di Stankovic e dal 2002 segretario generale di Fiba Europa. Venerdì, dopo una discussione di ben 5 ore sui delicati aspetti giuridici della decisione e non sul merito del provvedimento in sè, il board ha ratificato per 15 a 7 il brusco benservito.
Nar, nativo di Pordenone e poi emigrato in Canada, lascia molti orfani fra gli arbitri italiani che hanno fatto carriera nell’opaco dopo-Martolini (ultimo grande dirigente del CIA e conosciuto anche all’estero), ai tempi in cui la “Giubba Rossa” come veniva chiamato era il consulente Fip. Sono molti i boy della nuova casta del fischietto che hanno goduto dei suoi buoni uffici, uno dei quali – si racconta – per ingraziarselo gli acquistò una partita di migliaia di fischietti dell’azienda americana della quale sembra fosse consulente.
Ha sempre amato il potere, il Nar (diminutivo frivolo del mitologico Narciso) con l’aplomb e la parlata flautata del prestigiatore o del “seduttore”, da ultimo ha cercato però di capitalizzare il credito acquisito ai piani alti dei paesi dell’Est negli ultimi anni. Spintosi velocemente verso l’alto, si è fatto però prendere la mano – solo per ambizione? – entrando fatalmente in collisione con la casa madre, la FIBA mondiale. E’ stato l’artefice dell’apertura da 16 a 24 squadre dell’ultimo europeo (e questo ha consentito all’Italia di essere ripescata, dopo la bocciatura con l’avvento del CT Pianigiani), mentre non gli è stata fatta passare invece la mossa delle formazioni con 14 giocatori, peraltro annunciata ufficialmente da FIBA Europa e da alcune federazioni come quella italiana alla vigilia dei campionati in Lituania. L’iniziativa finì con una clamorosa retromarcia, respinta infatti bruscamente un anno fa al mittente dal segretario della FIBA (e membro del CIO, come lui sottolinea spesso) Patrick Baumann. A sua volta italiano, ma di Svizzera. Infine, prima della presunta manovra “golpista” gli rimproverano dei aver fatto fallire sul nascere il progetto di un consorzio Francia-Italia-Germania-Croazia per l’organizzazione dell’europeo che prevedeva incontri nei quattro paesi, i quarti di finale a Milano durante l’Expo e la finale a Parigi.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata però di brigare per ostacolare la grande riforma della FIBA prevista per il 2017, con un mondiale a 32 squadre identico alla World Cup di calcio, e votata l’11 novembre dopo che una società di consulenza valuterà la documentazione richiesta alle varie federazioni nazionali.
Proprio nella fase di preparazione diplomaticamente delicata di questo passo, per l’esecutivo europeo Zanolin stava portando avanti una propria politica (spingendo verso un’avventurosa controriforma ) per osteggiare il progetto-Baumann. Sarà ambizione personale, o per cercare di arrivare sulla poltrona di Patrick Baumann o per altre ragioni, fatto sta ha sbagliato a cercare (grossolanamente) di forzare la mano ad alcune federazioni con le quali vantava stretti rapporti di amicizia. E mentre la FIBA inviava un formulario alle federazioni europee con le proprie proposte, ad esempio un ciclo di 4 anni e non più di 2 fra un europeo e l’altro, la costola europea faceva circolare una lettera per raccoglieva adesioni per votare contro e creare un clima di conflittualità.. Tanto che, dicono, Dino Meneghin fosse sul punto di firmare il documento alternativo di FIBA Europe, premuto da Zanolin con l’assicurazione che l’avevano già sottoscritto da una larga fascia di paesi, Russia in testa. Mossa incauta, perchè all’indomani del congresso mondiale della FIBA a Rio de Janeiro del 6 maggio, Zanolin è stato sollevato immediatamente dal suo incarico “per insuperabili divergenze in merito a problemi derivanti dalle decisioni da lui assunte”, come si legge nel comunicato dell’Esecutivo.
A Lubiana, non è stata guerra grossa come si voleva far credere, alla fine – come previsto -tutti si sono allineati alla svolta della FIBA. Per prima l’Italia che aveva già precisato la sua linea (vedi l’intervista esclusiva di Pallarancione.com con Gaetano Laguardia vicepresidente Fip) favorevole all’europeo quadriennale e agli europei giovanili biennali e non annuali e a un calendario rispettoso delle esigenze dei giocatori e delle rappresentative nazionali e che consenta di realizzare adeguati progetti tecnici, e non solo di un’attività no-stop e non più sostenibile economicamente. A questo punto all’astuto ex fischietto dei due mondi Zanolin non rimarrà altro, come ha fatto sapere, che far valere le sue ragioni presso un tribunale e godersi la vita giocando a golf fra le varie residenze in tutta Europa, a Monaco, Treviso e nel paradiso di Marbella. Intanto dentro Fiba Europe si modificano equilibri dipotere, e risale la china il potente Vassillakopoulos, ex ministro dello sport greco.
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