Scavolini Siviglia Pesaro, Dal Moro: “Almond? Contento di averlo aspettato”

Il presidente della Scavolini Siviglia Pesaro Dal Moro, ha così parlato del cestista americano Morris Almond dopo le ultime ottime prestazioni: “Non mi interessa dire: avevamo ragione, serve a poco. Sono contento perché, quando è stato scelto, il motivo era che si trattava di un elemento giovane e interessante. Sono contento per noi — dice Scavolini —, ma anche per lui, perché non rendeva come poteva. E forse dipendeva anche dalla squadra tutta: quando scendi in campo senza la giusta determinazione non vinci con nessuno”.

Il presidente Del Moro si accoda al patròn:

“Sarebbe troppo facile dire adesso: l’avevamo detto. Però nelle riunioni che abbiamo fatto in precedenza, in cuor nostro eravamo certi che Morris non era quello sottotono visto per molte partite: quindi è stato bello avere avuto la pazienza di aspettarlo. Non è vero che era boicottato dai compagni: se ci fossimo accorti che era così, saremmo intervenuti. Anzi, se si è sbloccato il merito è proprio dei compagni che non l’hanno mai isolato. Ora mi auguro che non sia la classica rondine che fa primavera..”

Virtus Bologna, Sabatini: “Il futuro è nostro”

Claudio Sabatini, presidente della Virtus Bologna ha voluto ripercorrere con le sue parole la sua storia personale alla guida della società emiliana. Dal 2003, quando Sabatini salvò la Virtus Bologna fino al presente: “Nel 2003, quando ho salvato la Virtus, dicevano che ero una meteora: sono ancora qui”. E aggiunge: “Leggo che il momento del mio club è difficile, ma non sono mai stato tranquillo come adesso”. E giù un’altra risata. Sabatini, otto vinte e otto perse con la Virtus: si aspettava di più? “No: è l’esatta fotografia del nostro campionato. Squadra rivoluzionata, giovane e spesso monca, per infortuni o fughe di americani: va bene così”. Nell’emergenza non è corso ai ripari: significa che la Virtus sarà questa fino alla fine? “Tutto si può modificare. Lavoriamo con un gruppo eccellente, ma l’attenzione al mercato c’è sempre: se capita l’occasione buona, la coglieremo. Come abbiamo fatto con Rivers: ottimo giocatore, persona super”. Sabatini sta cambiando: oltre che coerente sta diventando paziente… “L’esperienza aiuta: oggi non mi saltano più i nervi se perdo male una partita come a Cantù. Ripeto: qui c’è gente giusta, se possiamo andremo avanti con loro”. E’ sempre dell’idea di allungare il contratto a Lardo? “Assolutamente sì: se vorrà rimanere, sa che con lui mi trovo bene”. La qualità migliore del suo allenatore? “E’ un aziendalista, oltre che un grande tecnico: prima dei suoi interessi di carriera mette quelli della società”.

Soddisfatto dei risultati, lo è anche dei giovani?

“Devono crescere tutti: lo stesso Rivers lo scorso anno era un rookie”.

Moraschini, però, potrebbe partire…

“Solo se avrà più spazio che qui. Anche lui sta migliorando: gli manca soltanto la sfacciataggine per giocare spensierato”.

Sabatini che manda via l’unico bolognese: non è uno spot alla rovescia?

“No, se la destinazione è un club che lo tiene in campo 25 minuti: è la condizione per lasciarlo andare. Bisogna guardare avanti”.

Di quanto?

“Almeno 4-5 anni. Per questo domenica, lasciando il garage di Cantù, non ero abbattuto: loro hanno vinto una partita, ma il futuro è nostro”.

Nel conto della stagione anche una FuturStation da ottomila fissi sugli spalti: come si fa?

“Lavorando tutti i giorni, ringraziando giocatori e dirigenti che vanno nelle scuole e nei supermercati. Abbiamo la fiducia di un grande pubblico, per metà formato di under 18: il nostro è un progetto globale”.

Altro progetto, il Gira: risultati a parte, è in linea con le attese?

“Date le premesse, sì: i nostri giovani devono fare esperienza, lì giocano 25 minuti ogni weekend. Stiamo già pensando al loro futuro”.

In che modo?

“Questi ragazzi sono un patrimonio, vogliamo che crescano ancora. L’accordo che abbiamo fatto a Ozzano con tre persone fantastiche come Di Giansante, Vacchi e Buriani vogliamo ripeterlo con una società di LegaDue, in modo da migliorare ancora i nostri giocatori”.

Non è così disperato Sabatini, allora?

“Per una partita persa? Guardi, ci aspettano la gara con Brindisi e la trasferta di Avellino, che hanno i loro problemi (gli irpini hanno perso il centro Troutman per il resto della stagione, ndr). Se non sorridiamo noi, chi può farlo?”.

Lei non parla mai di classifica…

“Perché non è un patema: più vinciamo meglio è, ma prima di tutto mi interessa sviluppare il progetto giovani”.

Cosa le dicono i suoi colleghi?

“Li sento poco. Ma vedo che cambiano molto: Milano un allenatore e due giocatori, Treviso l’americano, anche Roma il tecnico. Parliamo di club che a budget stanno di gran lunga meglio di noi: qualcuno ottiene anche meno”.

Per questo se la ride?

“Ho altri motivi, più diretti. Stiamo organizzando le finali nazionali Under 17, rifaremo Basket for life, anche se non nei giorni della Coppa Italia”.

A proposito: alla Final Eight di Torino con che spirito andrete?

“Rilassati: quel che viene, viene. Speriamo ci sia gente, a noi è toccata una buona squadra come Montegranaro”.

Non sente la pressione?

“Quale pressione? L’insoddisfazione la leggo solo su qualche giornale: evidentemente, c’è chi vuole creare tensione dove non c’è. Questo è un buon gruppo, se c’è qualcosa che non va si sistema”.

La ricetta?

“Domani (stasera, ndr) porto tutta la squadra a mangiare la pizza. L’ho fatto spesso in anni passati, quest’anno è la prima volta: dopo una brutta sconfitta, stiamo assieme, come una buona famiglia”.

Sabatini, lei ha cambiato rotta. E il basket?

“Fermissimo: stesse facce, stessi modi, stessi discorsi. BasketCity è l’eccezione: qui vengono in 8 mila alle partite, altrove chi ne fa di più si ferma a metà”.

Le manca la Fortitudo?

“Se si intende quella vera, un pò sì. E anche il derby. Ma era scritto”.

Cosa?

“Nello sport serve anche passione e io in questi anni ho visto passare fior di miliardari: Gazzoni, Seragnoli, Cazzola, Bandiera, Martinelli, Sacrati, Menarini, Porcedda e adesso il re del caffè Zanetti. Alcuni sono finiti male, io sono ancora qui. Oggi la Virtus è un palazzo, un museo, due squadre, il miglior settore giovanile d’Italia, una gestione invidiabile. Sono fatti, e non chiacchiere: quelle le lascio agli altri”.

Ride: “Nel 2003, quando ho salvato la Virtus, dicevano che ero una meteora: sono ancora qui”.

E aggiunge: “Leggo che il momento del mio club è difficile, ma non sono mai stato tranquillo come adesso”.

E giù un’altra risata.

E’ un Claudio Sabatini un pò giù di voce, ma decisamente su di tono quello che ha da poco superato la boa di metà campionato con le sue due squadre, la Canadian Solar e il Gira. Con un bilancio in linea con le previsioni della vigilia: le sue, perlomeno. Perché il “Sabba”, prima della stagione, aveva messo in cima alla lista degli obiettivi quello di far crescere i giovani. Da lì in poi, la sua rotta l’ha mantenuta.

Sabatini, otto vinte e otto perse con la Virtus: si aspettava di più?

“No: è l’esatta fotografia del nostro campionato. Squadra rivoluzionata, giovane e spesso monca, per infortuni o fughe di americani: va bene così”.

Nell’emergenza non è corso ai ripari: significa che la Virtus sarà questa fino alla fine?

“Tutto si può modificare. Lavoriamo con un gruppo eccellente, ma l’attenzione al mercato c’è sempre: se capita l’occasione buona, la coglieremo. Come abbiamo fatto con Rivers: ottimo giocatore, persona super”.

Sabatini sta cambiando: oltre che coerente sta diventando paziente…

“L’esperienza aiuta: oggi non mi saltano più i nervi se perdo male una partita come a Cantù. Ripeto: qui c’è gente giusta, se possiamo andremo avanti con loro”.

E’ sempre dell’idea di allungare il contratto a Lardo?

“Assolutamente sì: se vorrà rimanere, sa che con lui mi trovo bene”.

La qualità migliore del suo allenatore?

“E’ un aziendalista, oltre che un grande tecnico: prima dei suoi interessi di carriera mette quelli della società”.

Soddisfatto dei risultati, lo è anche dei giovani?

“Devono crescere tutti: lo stesso Rivers lo scorso anno era un rookie”.

Moraschini, però, potrebbe partire…

“Solo se avrà più spazio che qui. Anche lui sta migliorando: gli manca soltanto la sfacciataggine per giocare spensierato”.

Sabatini che manda via l’unico bolognese: non è uno spot alla rovescia?

“No, se la destinazione è un club che lo tiene in campo 25 minuti: è la condizione per lasciarlo andare. Bisogna guardare avanti”.

Di quanto?

“Almeno 4-5 anni. Per questo domenica, lasciando il garage di Cantù, non ero abbattuto: loro hanno vinto una partita, ma il futuro è nostro”.

Nel conto della stagione anche una FuturStation da ottomila fissi sugli spalti: come si fa?

“Lavorando tutti i giorni, ringraziando giocatori e dirigenti che vanno nelle scuole e nei supermercati. Abbiamo la fiducia di un grande pubblico, per metà formato di under 18: il nostro è un progetto globale”.

Altro progetto, il Gira: risultati a parte, è in linea con le attese?

“Date le premesse, sì: i nostri giovani devono fare esperienza, lì giocano 25 minuti ogni weekend. Stiamo già pensando al loro futuro”.

In che modo?

“Questi ragazzi sono un patrimonio, vogliamo che crescano ancora. L’accordo che abbiamo fatto a Ozzano con tre persone fantastiche come Di Giansante, Vacchi e Buriani vogliamo ripeterlo con una società di LegaDue, in modo da migliorare ancora i nostri giocatori”.

Non è così disperato Sabatini, allora?

“Per una partita persa? Guardi, ci aspettano la gara con Brindisi e la trasferta di Avellino, che hanno i loro problemi (gli irpini hanno perso il centro Troutman per il resto della stagione, ndr). Se non sorridiamo noi, chi può farlo?”.

Lei non parla mai di classifica…

“Perché non è un patema: più vinciamo meglio è, ma prima di tutto mi interessa sviluppare il progetto giovani”.

Cosa le dicono i suoi colleghi?

“Li sento poco. Ma vedo che cambiano molto: Milano un allenatore e due giocatori, Treviso l’americano, anche Roma il tecnico. Parliamo di club che a budget stanno di gran lunga meglio di noi: qualcuno ottiene anche meno”.

Per questo se la ride?

“Ho altri motivi, più diretti. Stiamo organizzando le finali nazionali Under 17, rifaremo Basket for life, anche se non nei giorni della Coppa Italia”.

A proposito: alla Final Eight di Torino con che spirito andrete?

“Rilassati: quel che viene, viene. Speriamo ci sia gente, a noi è toccata una buona squadra come Montegranaro”.

Non sente la pressione?

“Quale pressione? L’insoddisfazione la leggo solo su qualche giornale: evidentemente, c’è chi vuole creare tensione dove non c’è. Questo è un buon gruppo, se c’è qualcosa che non va si sistema”.

La ricetta?

“Domani (stasera, ndr) porto tutta la squadra a mangiare la pizza. L’ho fatto spesso in anni passati, quest’anno è la prima volta: dopo una brutta sconfitta, stiamo assieme, come una buona famiglia”.

Sabatini, lei ha cambiato rotta. E il basket?

“Fermissimo: stesse facce, stessi modi, stessi discorsi. BasketCity è l’eccezione: qui vengono in 8 mila alle partite, altrove chi ne fa di più si ferma a metà”.

Le manca la Fortitudo?

“Se si intende quella vera, un pò sì. E anche il derby. Ma era scritto”.

Cosa?

“Nello sport serve anche passione e io in questi anni ho visto passare fior di miliardari: Gazzoni, Seragnoli, Cazzola, Bandiera, Martinelli, Sacrati, Menarini, Porcedda e adesso il re del caffè Zanetti. Alcuni sono finiti male, io sono ancora qui. Oggi la Virtus è un palazzo, un museo, due squadre, il miglior settore giovanile d’Italia, una gestione invidiabile. Sono fatti, e non chiacchiere: quelle le lascio agli altri”.

NBA, perde ancora Cleveland

5 sono le partite che si sono giocate nella giornata di ieri. I Laker hanno vinto facilmente contro Utah in trasferta per 120-91. Grandi prestazioni per Gasol con 20 punti e Bryant 21 E’ arrivata nella notte l’ennesima sconfitta per i Cavaliers che sono stati sconfitti da Boston 95-112. Per Cleveland è la diciottesima sconfitta consecutiva in NBA dopo l’addio di LeBron James. Per Boston ottime prestazioni di Pierce, che ha realizzato 24 punti e Allen (18 punti). I Los Angeles Clippers sconfitti a Dallas 112-95 perdono anche Gordon per infortunio. Il cestista dovrà stare fermo tra le 3 e le 4 settimane. Elenco di tutti i risultati del campionato Nba di basket: Washington-Denver 109-120 Boston-Cleveland 112-95 Dallas-LA Clippers 112-105 Sacramento-Charlotte 89-94 LA Lakers-Utah 120-91.

Barcellona, Basile: “Il compleanno peggiore”

Gianluca Basile, playmaker italiano del Barcellona, operato al piede dovrà seguire nei prossimi mesi un lungo percorso riabilitativo. Il cestista originario di Ruvo di Puglia che proprio ieri ha festeggiato il suo trentaseiesimo compleanno, ha comunque sempre detto di non voler mollare nonostante il periodo difficile:

Gianluca Basile, è dura augurarle buon compleanno, in un periodo come questo.
«È il peggiore di tutti. Già l’operazione al piede, nel novembre scorso, mi aveva spiazzato. Non ero mai finito sotto i ferri prima. Ora è successo di nuovo, mentre mi allenavo con i giovani. Uno dei primi allenamenti dopo la ripresa, nemmeno durissimo. Tutto da capo. Non pensavo che avrei dovuto subire un nuovo intervento. Quando me l’hanno detto, è stata una mazzata».

Nuova frattura, nello stesso punto. Sfortuna massima.
«Mi dicono che ci sono pochi casi del genere. Ho parlato con Recalcati, mi ha spiegato che è successo qualcosa di simile anche a Ranniko. Ma è una consolazione da poco: resta una mazzata che fai fatica ad accettare. Dopo tutti i sacrifici che ho fatto per tornare quello di prima, ci sono dentro esattamente come due mesi fa».

Con il rischio di aver chiuso la stagione.
«I tempi sono gli stessi. Tre mesi per rivedere il campo. Potrei farcela per la Final Four d’Eurolega, se riuscissimo a conquistarla. Ma parliamoci chiaro: in squadra siamo quattordici, è difficile pensare che il coach si affidi proprio in quell’occasione a uno che è fuori da mesi per infortunio».

Che cosa sta pensando, in questi giorni?
«Che il tempo passa, che gli anni sono trentasei, e che devo stare a guardare. È tutto molto triste».

Un leone ferito, ma abituato a combattere.
«E infatti ora penso a guarire bene. Ma certi pensieri cupi arrivano: non ero mai stato operato in carriera, non ero mai rimasto fuori così a lungo. Col Barcellona rinnovo il contratto di anno in anno, ci sta che la prossima e-state mi dicano che non hanno più bisogno di me. E c ‘è di peggio…»

Parliamone, cosi la parte più brutta della storia la lasciamo alle spalle…
«C’è che se una cosa dei genere dovesse capitare un’altra volta, significherebbe carriera finita».

Insistiamo: non immaginiamo un Basile arrendevole.
«Il lato positivo è che a trentasei anni sono qui. Un giocatore del Barca. Sto bene, ho il ricordo di una Supercoppa giocata bene, appena quattro mesi fa. So di poter valere ancora questo basket, se sto bene. Non mi sento a fine corsa. Ma mantenere questi livelli è dura, e questo stop non mi aiuta a guardare avanti con serenità».

Pensi a Bologna, allora. Un posto dove in molti non la dimenticano.
«Ed è un pensiero che mi aiuta. Se non dovesse andar bene potrei pensare di rientrare in Italia. Negli anni scorsi mi hanno anche cercato, ma il Barcellona continuava a rinnovarmi il contratto. Se u-na società come questa ti dà fiducia, lasciarsela alle spalle è difficile».

Basketcity vive di ricordi. Ci butta un occhio, di tanto in tanto?
«Seguo il campionato, ma ammetto che l’interesse da quando la Fortitudo non è più ad alta quota è meno intenso. È un’assenza che si sente. Sono contento che lo spirito e l’idea non siano andate perdute, ma il cammino per tornare lassù mi sembra lungo».

E il campionato in generale? Che pensa del ritorno in panchina di Peterson?
«Quando me l’hanno detto ne sono stato felice. Io il suo periodo da coach non l’ho vissuto, ma attraverso le sue telecronache mi sono innamorato del basket Nba, ai tempi delle sfide tra Magic e Jordan. È stato una guida, per me. E oggi è un esempio per tanti: vive ancora la panchina come se avesse vent’anni».

Mille voci dicono di Messina a Milano dalla prossima stagione. Sarà l’anno dei ritorni, il prossimo?
«Ettore è un grande tecnico. Ma chiunque tornasse, si chiami Messina, Basile o che altro, non cambierebbe il livello del campionato italiano. Sarebbe una cosa nuova all’inizio, questo sì».

E quel livello com’è?
«Le piccole si avvicinano alle grandi, ma Siena resta lassù. E cresce. Ha chances di entrare nella Final Four, e vedendola giocare un paio di mesi fa non avrei detto la stessa cosa. Per il resto, aspetto di vedere se Peterson saprà dare la scossa giusta a Milano»

Lega Basket, Renzi presenta uno studio sull’eleggibilità dei giocatori

Valentino Renzi, presidente della Lega Basket  nell’ultimo Consiglio Federale ha presentato uno studio sulla eleggibilità dei giocatori del campionato. Ecco il testo introduttivo della nota: “Ho ritenuto di realizzare questo studio perche’, da troppo tempo, la problematica relativa alla eleggibilità dei giocatori nel campionato italiano di Serie A vive soltanto di impressioni di addetti ai lavori che affrontano tale problematica senza il supporto di dati oggettivi.
Il mio studio parte dalla stagione sportiva 2001/2002 e si completa con la fine del girone di andata del campionato di Serie A in corso.
Per semplicita’ di lettura ho predisposto un Allegato che evidenzia, anno per anno, le norme sull’eleggibilita’, la percentuale di utilizzo dei giocatori italiani, il numero degli atleti utilizzati con almeno 10 minuti di media per gara e con un minimo di 10 presenze a referto.
Lo studio ha tenuto conto, a partire dalla stagione sportiva 2001/2002, del concetto di formazione italiana: pertanto i giocatori Chiagic, Fucka, Calabria, Gay, Radulovic, Rocca sono stati considerati di formazione italiana soltanto a partire dalla stagione sportiva 2008/2009 come stabilito da apposita delibera federale, mentre Labella a partire dalla stagione sportiva 2007/2008.

Montepaschi Siena, Pianigiani: “Sarà una partita difficilissima”

Simone Pianigiani, coach della Montepaschi Mens Sana Basket Siena, a poche ore dalla sfida contro il Real Madrid in Eurolega, ha parlato oggi in conferenza stampa: “C’è poco da dire su questa partita – commenta coach Pianigiani -. Certo non è il momento migliore per noi per giocare una gara di questo tipo, perché siamo senza Mc Calebb e con Lavrinovic in forse. Siamo in cerca di una nuova identità e quindi sarà una partita difficilissima. Vogliamo però cercare di resistere il più possibile e per fare questo dobbiamo chiedere ancora una volta un extrasforzo ai nostri giocatori. Giocheremo in casa e nelle partite casalinghe fino a questo momento abbiamo sempre tirato fuori qualcosa di speciale. Proveremo a fare lo stesso anche domani, pur sapendo che il Real Madrid è una squadra molto forte e che sta attraversando un ottimo momento di forma.”

Serie A1, provvedimenti disciplinari

In vista della prossima giornata di campionato che si giocherà domenica possima 30 gennaio alle 18.15, seconda giornata di ritorno ecco i provvedimenti disciplinari:

ANGELICO BIELLA ammenda di Euro 500,00 per offese collettive sporadiche del pubblico agli arbitri.
BENNET CANTU’ ammenda di Euro 2.000,00 per offese collettive e frequenti nei confronti di un tesserato ben individuato nonché collettive e sporadiche nei confronti degli arbitri.
DINAMO SASSARI ammenda di Euro 1.000,00 per offese collettive frequenti del pubblico agli arbitri.
DINAMO SASSARI ammenda di Euro 1.200,00 per assenza di misure di sicurezza poste tra il tavolo degli ufficiali di campo e la tribuna.
DINAMO SASSARI ammenda di Euro 3.000,00 perchè, a fine gara, fuori dall’impianto di gioco, 5/6 tifosi tenevano un comportamento gravemente offensivo nei confronti degli arbitri.
A.I.R. AVELLINO ammenda di Euro 3.000,00 per esposizione di striscioni offensivi per offese collettive frequenti del pubblico agli arbitri, per lancio di oggetti non contundenti (palle di carta) collettivo sporadico senza colpire, per lancio di sputi collettivo e frequente, colpendo.

Pepsi Caserta, Sacripanti: “Dobbiamo perdere il minor numero di palloni possibili”

Stefano Sacripanti, coach della Pepsi Caserta, ha così analizzato la prossima gara contro il CEZ Arena Pardubice in Europa Cup: “Il Nymburk – osserva coach Sacripanti – è una squadra che in casa soprattutto gioca una pallacanestro ad un ritmo alto, cercando di finalizzare nei primi secondi dell’azione. Ciò è dimostrato anche dagli 83 punti di media che segna per partita. I cechi sono, poi, molto bravi ad attaccare il canestro e scaricare sul perimetro mettendo in ritmo i tiratori che dall’arco dei 3 punti realizzano con una percentuale del 40%.

Alla luce di tutto ciò – continua il tecnico bianconero – è evidente che dovremo per prima cosa fermare la loro transizione offensiva iniziando da un attacco equilibrato e cercando di perdere il minor numero di palloni possibili; poi, – conclude Sacripanti – dovremo cercare di “sporcare” la loro percentuale del tiro da 3 punti. Purtroppo, non abbiamo avuto molto tempo per preparare il confronto, ma faremo il possibile per cercare un successo che potrebbe rappresentare un grande passo avanti verso la qualificazione ai quarti di finale”.

Fabi Shoes Montegranaro, Cannella: “E’ stata una partita emozionante”

Marco Cannella, amministratore delegato della Fabi Shoes Montegranaro che, nell’ultima gara di campionato, ha sconfitto in trasferta il Dinamo Sassari ha voluto parlare del buon andamento di forma della sua squadra ora quarta in classifica con 18 punti a 4 lunghezze dal Bennet Cantù:

La squadra ha risposto alla grande, pur priva del suo playmaker di ruolo, Tony Maestranzi. Non nasconde il proprio entusiasmo l’amministratore delegato della Sutor, Marco Cannella, per la vittoria di Sassari:

“Una partita emozionante: potevamo chiuderla prima, ma c’era molta pressione nel palazzetto stracolmo. Sospinti dal pubblico ci hanno ripreso, ma con calma e autorità siamo andati avanti di sette punti (65-72 al 35’). Avevamo in mano la partita. Poi alla fine abbiamo un po’ rischiato, ma meritavamo il successo”.

I ragazzi?

“Sono stati tutti eccezionali, anche Canavesi che ha giocato solo 2 minuti, Antonutti che si è speso per la squadra facendo un lavoro oscuro, Allan Ray che ha dato prova del suo talento. Con i 14 punti realizzati nell’ultimo quarto ha spezzato il match”.

Quale la chiave della partita?

“Il piano prevedeva di non farli correre. Purtroppo all’inizio ci sono riusciti e ci hanno messo un pò in difficoltà. Ma abbiamo ragionato, con Cinciarini che, in regia, ha sostituito egregiamente Maestranzi”.

Quanto ha influito la vittoria nella lotta al rimbalzo?

“Moltissimo, ne abbiamo presi 11 di più e in difesa siamo stati molto intensi. Ivanov, a parte i 15 rimbalzi conquistati, ha fatto 10/11 dalla lunetta. Miglioriamo e questo sta a significare che i ragazzi sono concentrati. Cavaliero è stato incredibile: in difesa ha fatto un lavoro oscuro, massacrante e quando gli avversari mettevano il naso avanti lui si assumeva la responsabilità del tiro ricacciandoli indietro. Insomma mi sono piaciuti tutti. Mi sono piaciuti il loro modo di stare in campo, come hanno vinto: pur consapevoli di aver compiuto un’impresa, non si siano esalttai”.

Adesso?

“Dobbiamo guardare ai prossimi impegni con attenzione: ci vuole un nulla per ritrovarsi in una zona di classifica insoddisfacente. Domenica prossima, intanto, al PalaSavelli arriva Siena. Mi aspetto un palazzetto colmo perché questi ragazzi lo meritano”.

Virtus Bologna, Amoroso: “Non mi piace perdere”

Il cestista italiano della Virtus Bologna Valerio Amoroso, ex Teramo e due volte campione italiano di uno contro uno, ha commentato così il suo nervosismo nell’ultima partita persa dal Canadian Solar Bologna contro il Bennet Cantù:

“Io sono uno a cui non piace perdere – spiega Amoroso – quando non vinco sono molto arrabbiato e magari dico cose che non sempre vengono capite. Abbiamo giocato male, questo è stato sotto gli occhi di tutti e quindi non abbiamo messo in pratica quello che avevamo preparato per questa gara. Vorrei sempre vincere e quando non succede perdo un pò la mia diplomazia. Posso, però assicurare che non c’è nessun caso”.

Da lì, il commento salace di Amoroso:

“Tante cose in squadra non hanno funzionato”.

Non è tutto. Gli spifferi che escono dallo spogliatoio raccontano di un rapporto teso fra Amoroso e coach Lardo.

“Credo che in questo ci sia tanta leggenda – prosegue il giocatore – perché anche in passato i rapporti con i coach che mi hanno allenato sono sempre stato particolari. Penso che a tutti i giocatori sia capitato di avere confronti anche duri con la propria panchina, per come sono fatto io dico sempre quello che penso anche se può risultare scomodo, ma mantengo sempre il rispetto dei ruoli. Penso che questo sia capitato a tutti i miei colleghi. Io con Lardo ho un rapporto normale, lui chiede e io eseguo”.

Insomma, una convivenza e non un amore.

“L’allenatore non può essere il miglior amico di un giocatore, ma questo non significa che non ci sia un’intesa, avere un confronto non significa rompere — dice Amoroso — Ribadisco di essere una persona che dice sempre quello che pensa e che non ci sta a perdere. Per vincere nella pallacanestro bisogna giocare di squadra e seguire l’allenatore. Non credo sia una questione tecnica quanto il fatto che per la prima volta in carriera gioco in un grande club. Forse è questo il problema, ma io sono contento di stare qui, non ho mai pensato di andarmene e non ho problemi con nessuno dei miei compagni né con il mio allenatore. Possono esserci delle incomprensioni, ad esempio ho rivisto la telecronaca di Sky e ascoltando i commenti ho capito che certi miei atteggiamenti sono stati fraintesi. Può succedere e devo io starci attento perché in futuro non avvenga”.

Meneghin: “Brumatti un eroe della pallacanestro italiana”

“Pino, ti abbraccio: quando il Signore vorrà ci ritroveremo a giocare insieme. Stavolta, però, non ti voglio avere come avversario”. È l’ultimo commosso pensiero che Dino Meneghin, presidente della Federazione italiana Basket, ha rivolto all’ex nazionale Giuseppe Brumatti, nel corso dei funerali del grande ‘Pino’ celebrati oggi a Lucinico (Gorizia). Emozionato, Meneghin ha ricordato l’ex compagno di Nazionale definendolo “Un eroe della pallacanestro italiana, capace di fare le fortune del basket azzurro e di portare in alto il nome della sua città, che tanto amava“. “Non esisterà nessun altro giocatore come lui – ha proseguito il presidente della Fip -. Aveva estro, fantasia e quello spirito spavaldo tipico della scuola goriziana. Lo temevo moltissimo come avversario, capace com’era di ribaltare da solo le sorti di una partita. Quando i match languivano – ha proseguito Meneghin – lui sapeva entrare e trovare la giocata giusta per dare la scossa”. Per Meneghin, Brumatti “Ha lasciato un ricordo indelebile in tutte le realtà in cui ha giocato, facendosi apprezzare come uomo ancor prima che come giocatore. Era uno capace di suonare la carica”, ha concluso Meneghin.

Brumatti, svolti i funerali a Gorizia. L’ultimo saluto dei suoi ex compagni

Leggiamo da Repubblica del funerale di Giuseppe ‘Pino’ Brumatti, svoltosi a Gorizia. Gloria del basket italiano – anni Settanta e Ottanta – è deceduto venerdì scorso per un improvviso malore all’età di 62 anni.

A rendere omaggio all’ex bandiera dell’Olimpia Milano, 102 presenze e 507 punti con la maglia della Nazionale, moltissimi ex compagni di parquet: tra i banchi della piccola chiesa c’erano tra gli altri Renzo Bariviera, Paolo Vittori, Marco Bonamico, Giulio Iellini, Alberto Ardessi e il presidente della Federazione italiana basket, Dino Meneghin.

Significative le parole di don Federico Grosso che, durante l’omelia, ha richiamato i valori più cari a Brumatti, amicizia e convivialità.

“Siamo qui per salutare un grande campione e un grande uomo“, ha detto nel suo intervento il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli. “Ancor prima che superman sportivo, Pino era una persona umile, corretta, generosa, che anche negli ultimi anni – secondo Romoli – ha messo la sua professionalità a servizio del basket goriziano”. All’esterno della chiesa parrocchiale della frazione goriziana, nella quale Brumatti risiedeva da vent’anni, gli omaggi floreali di Armani Jeans Milano (“L’Olimpia ti porta sempre nel cuore”), Nuova Pallacanestro Gorizia e Reggiana. Le spoglie di Brumatti, che di recente era stato inserito nella Hall of fame italiana di basket, riposeranno nel cimitero di Lucinico

Serie A1, prima vittoria per la Lottomatica di Filipovsky

Enel Brindisi- Lottomatica Roma 80-84

Nella prima giornata del girone di ritorno, l’Enel Brindisi Basket non riesce a mantenere il vantaggio acquisito in partenza e cedono nel finale contro la Lottomatica con il punteggio di 80-84. Anche in questa occasione, i brindisini hanno peccato di discontinuità, ma soprattutto hanno dimostrato di non essere capaci ancora di mettere concentrazione per tutti e 40 i minuti della gara. La partenza, in realtà, è tutta in discesa, grazie ad una Lottomatica praticamente assente, o quasi, ed i brindisini che, invece, partono con il piede premuto sull’acceleratore, tanto da chiudere il primo quarto con il punteggio di 27-16. Molto più equilibrato, invece, il secondo quarto con l’Enel che concede tiri aperti e che poco o nulla riesce a fare contro il 60% dei tiri da tre degli ospiti. Si va negli spogliatoi, al riposo lungo, con il punteggio di 47 pari. Ma è nel terzo quarto che i capitolini di coach Filipovski, alla sua prima vittoria sulla panchina virtussina, dilagano, riuscendo a staccare Maresca e compagni anche di undici punti. Ma la squadra di coach Bechi reagisce alla grande, fornendo una grande prova di orgoglio fino a chiudere la frazione sul 61-68. Ormai sembra proprio che l’Enel abbia ritrovato la cattiveria giusta per riprendere le redini della gara ed inizia, infatti, a rosicchiare punto su punto. Ma nemmeno questo è sufficiente a contrastare una Lottomatica ormai  mentalmente troppo forte per cedere il passo. Per Brindisi, invece, troppi gli errori sotto canestro. L’ultimo quarto si gioca sul filo di lana con i padroni di casa che si portano a meno due punti (80-82) a 1’20” dalla fine e con i romani che, grazie anche ai tiri liberi, portano a casa i due punti della partita. Per la squadra romana su tutti Smith e il solito Datome.

Serie A1, Caserta passa a Biella

Angelico Biella-Pepsi Caserta 81-83

Si lotta fino alla fine, come sempre sul campo di Biella, ma ancora una volta vincono gli avversari. Ai ragazzi di Cancellieri, che comunque non mollano e fanno vedere sempre un buon gioco di squadra, stasera sono mancati soprattutto i punti di Sosa e Salyers e la concretezza di Suton, apparso un pò smarrito. Per Caserta ottima prova di Ere e grande lavoro di Williams.