Nba Gallinari mette la sua firma nella scalata di Denver

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Il canestro decisivo con Portland è di Winston Chandler, ma nell’overtime c’è anche la solita zampata di  Gallinari  e il suo forte imprinting sul risultato con 25 punti, principale riferimento  della sesta vittoria consecutiva che proietta Denver fra le prime 8 squadre (24/16) , perché oltre a essere il top scorer è il migliore anche da 3 (3/6) e nei liberi (6/8) e il più utilizzato (42,25 minuti) da George Karl in una gara difficile da condurre in porto perchè  Portland  con un quintetto supoer ha dimostrato di essere una delle piacevoli novità di questa stagione. Il piccoletto  Damian Lillard, il rookie n.1,non ha tirato molto bene sbagliando la tripla per il 2° supplementare dimostrando comunque   di avere stoffa, con 16 punti, 8 rimbalzi, 5 assist.

Con  Mirza Teletovic  protagonista del break del primo tempo con 2 triple consecutive e 10 punti in 5 minuti e  meritatosi la fiducia nel finale giocando da flash pivot, Brooklyn  ha incassato la settima vittoria, il miglior record, ma Denver dopo aver perso  la seconda volta in casa il 3 gennaio contro Minnesota, la notte dell’infortunio bis di Kevin Love,  ha iniziato una serie di 6 successi  con Utah, Lakers in trasferta, Orlando, Cleveland, Golden State e Portland.

Ovvero, tutte squadre dietro in classifica tranne i Warriors ma al giro di boa della  partita n.40  è in alta classifica,  fra le magnifiche otto, con Oklahoma al 1° posto (30/8, 78,9), LA Clippers al 2° (30/9, 76,9), San Antonio al 3° (29/11, 72,5), e poi le 5 con 24 successi, nell’ordine  al 4° posto Miami  e Memphis (24/14, 66,7), al 6° New York (24/13), al 7° Indiana (24/15, 61,5) e Denver, appunto, all’8° (24/16).  Spicca anche il 2° posto nel ranking dei successi casalinghi  con 15-2 contro un successo in meno di San Antonio (16-2).

Danilo Galinari che continua a cambiare look, niente più cresta al gel e basettoni rossicci da pioniere del West ma un’onda alla  Elvis Presley, a dispetto  degli illustri colleghi di Sport Illustrated  che l’hanno “premiato” col secondo quintetto-delusione, tiene una media di 16,3 punti ma nelle ultime sei vittorie per ben 5 volte ha superato i 20 punti, e la sua media è di 20,6,una media da primi 10 della classifica dei top scorer,  e quindi la sua continuità  è combacia perfettamente con le vittorie e la crescita della squadra  che si giova anche  delle grandi prestazioni di Ty Lawson  e Kennet Faried alla sua 18esina doppia-doppia ed èentrato giovanissimo fra i 10 migliori rimbalzisti della NBA . In ogni caso il Gallo è il 3° marcatore europeo dietro i francesi Parker e Batum passando al 36° posto, certificazione di una crescita come attaccante e di personalità sotto gli occhi di tutti anche se lui non giocherà l’All Star Game del 17 febbraio a Houston.

Il turno di ieri notte ha visto anche Indiana raggiungere quota 24, e i Clippers dopo l’imprevisto scivolone casalingo coi Cavaliers vincere nuovamente fuori casa con Bledsoe, il giocatore venuto dall’Alabama,  ex di Kansas scoperto due anni fa alla Summer League, capace di non far rimpiangere Chris Paul, assente da due gare per un problema al ginocchio, 19 punti, 7 rimbalzi, 5 assist, una sorprendente conferma della grande qualità della panchina che ha contribuito anche con i 30 punti di Jamaal Crawford.

Toronto senza Bargnani (15 turni d’assenza) e Valanciunas (10 per il lituano) ha fatto una bella figura a Brooklyn cedendo però al solito nel 4° tempo, con Calderon in panchina nel finale per un piccolo infortunio e una grandinata di Kyle Lowry quando ormai non c’era più niente da fare con una squadra trasformata col cambio di allenatore. Con PJ Carlesimo, subentrato a Avery Johnson, i Nets giocano come una squadra di college, aiuti, raddoppi, cambi, taglia fuori, aggressività, tutto un campionario che ha determinato  un rilancio in grande stile e allungato la panchina . Indiana era riuscita a segnare solo 11 punti nel quarto tempo, “stiamo giocando davvero una grande difesa” gongola Carlesimo il terzo  paisà con D’Antoni e  Vinnie Del Negro di una famiglia di origini italiane. Ha allenato Seton Hall portandola al titolo NBA, dal ’94 ha allenato varie squadra NBA prima come assistente e poi  head coach a Portland, Golden State, Seattle, Oklahoma e Brooklyn da  gare con 8 vittorie.

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Risultati martedì 16 gennaio: Houston-LA Clippers 109-117 (23 Harden, 5/6 tl, 17 C.Parsons, 12 Lin + 10 as; 30 Jam.Crawford, 5/7 da 3, 19 Bledsoe, 19 B.Griffin, 18 M.Barnes, 3/6 da 3, 2 L.Odom + 11 r); Denver-Portland 115-111 OT (25 Gallinari, 24 Lawson + 12 a, 21 Faried + 11 r; 28 L.Aldridge, 8/8 tl, 22 Batum, 19 JJ Hickson + 13 r, 16 Lillard, 8 r, 5 as); Filadelfia-New Orleans 99-111 (29 Holiday + 11 a, 14 N.Young, 14 E.Turner; 23 Vasquez + 9 a, 19 E.Gordon); Charlotte-Indiana 76-103 (15 G.Henderson; 16 P.George + 10 r, 18 Hibbert); Brooklyn-Toronto 113-106 (22 Br.Lopez, 9 r, 21 Joe Johnson, 21 D.Williams, 9 a, 10 Teletovic; 21 Lowry, 4/5 da 3, 8 Fields + 11 r);  LA Lakers-Milwaukee  104-88 (31 D.Howard + 16 r, 31 K,Bryant, 8 Nash + 11 a; 17  M.Ellis, 6 L.Sanders + 11, 14 Udrih, 7 a)

 

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