Multa di 150.000 al Panathinaikos, lento il giudice svizzero dell’Euroleague

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 Panathinaikos Dimitris GiannakopopoulosMulta di 150.000 euro al presidente  del Panathinaikos Dimitris Giannakopopoulos  e possibile sospensione del club dalla competizione nel caso del ripetersi violazioni regolamentari. Finisce così (per ora) col provvedimento  del Giudice dell’Euroleague  – come dire? – da “ orologio svizzero”  operando egli nel territorio elvetico, una delle tante realtà inspiegabili di un torneo che  dovrebbe essere regolato dalle norme comunitarie e il cui consorzio si è costituito in Lussemburgo e l’organo gestionale e la proprietà degli immobili risulta a Barcelona.

Insomma,   questo giudice  ha pensato  solo poche ore prima di Gara3 di Panathinaikos-Barcellona di comunicare le sue decisioni per fatti di ben sette giorni prima, esattamente per la multa  per gli incidenti di Panathinaikos-Cska delle Top16 arrivata mentre già si giocavano i primi due incontri dei playoff. In questo è certamente più seria e tempestiva la giustizia sportiva della Spaghetti League  che prende le sue decisioni il lunedì.

Questa maxi-multa concerne  le dichiarazioni rilasciate dopo la gara di Barcellona  di  martedì, 9 aprile in cui  Giannakopoulos, anche attraverso un suo giornale,  accusa l’organizzazione di Euroleague  di mancanza di imparzialità danneggiando l’immagine della manifestazione, in quanto ripresa con evidenza dai media.

Sull’entità della cifra nulla da dire, siamo su parametri da NBA considerando  la sproporzione fra il fatturato  dei due campionati, ma sono le tempistiche e le distanze fra il gestore tecnico e quello della giustizia a lasciare perplessi, e forse con le Final Four va allo sconto una politica che esula dalle norme comunitarie e dalla realtà economica, perché il successo dell’evento non è solo  nell’ultimo atto ma dipende da tante cose, e c’è in vista anche lo scontro con la FIBA che dopo i mondiali 2014 parte con le riforma dell’attività internazionale per cui le nazionali giocheranno le qualificazioni a metà settimana ed è chiaro che i giocatori non hanno il dono dell’ubiquità e , ad esempio in Italia, il Governo delega il CONI a tutelare le nazionali, e può squalificare gli atleti che rinunciano alla maglia azzurra senza  un legittimo impedimento.

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